E’ Bologna la citta’ dove i proprietari di casa sono piu’ contrari all’affitto agli immigrati; i piu’ propensi ad ospitare extracomunitari sono invece i proprietari di Torino e di Bari.

. E’ quanto emerge da un’ indagine, condotta prima dell’estate, presentata dall’ Associazione piccoli proprietari di case (Appc) che ha rilevato che il 57% degli affittuari di cinque citta’ del Nord Italia e di sette del centro-sud sono contrari all’affitto a persone di nazionalita’ non italiana.

Per l’ indagine e’ stato preso in considerazione un campione di diecimila affittuari (su un totale di circa 60 mila iscritti all’associazione) di Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, Napoli, Bari, Cagliari e Palermo. Il caso piu’ anomalo, secondo il vicepresidente nazionale e presidente romano Appc Giovanni Maria Locatelli e’ quello del capoluogo emiliano dove a fronte di una massiccia presenza di extra-comunitari il 95% degli intervistati ha detto no all’ affitto agli stranieri. A seguire Perugia dove contrario si e’ detto il 70% dei proprietari di case, Firenze con il 62%, Milano con il 60% e Napoli con il 55%.

Tra le citta’ piu’ aperte in testa Torino con il 56% di favorevoli, Bari con il 54%, Genova con il 52%, Roma con il 51%, Cagliari con il 20%. Gli unici casi neutrali sono stati quelli di Venezia, dove il voto di contrari e favorevoli e’ stato del 50% ciascuno e di Palermo, dove, a fronte di un alto margine di astenuti (il 60%) ci sono stati il 20% di pro e il 20% di contro.
Se a livello geografico non si e’ riscontrata un’omogeneita’ dei pareri da Nord a Sud sull’affitto agli extra-comunitari, un dato piu’ uniforme e’ stato invece quello che vede quasi tutti gli affittuari concordi sul fatto che la liberalizzazione del mercato degli affitti, dopo l’abolizione dell’equo-canone con la legge 431 del 1998, ha portato ad un miglioramento dei rapporti tra proprietario ed inquilino e ad un sensibile riduzione del mercato nero degli affitti. Resta invece, secondo l’associazione, il problema della morosita’ degli affittuari che ha toccato in media, secondo l’indagine, 4 proprietari su 10 con un danno economico superiore ai cinquemila euro dato, ha denunciato l’Appc, dalle alte spese legali per lo sfratto e le lungaggini burocratiche che non consentono di liberarsi di un affittuario moroso prima di un anno. L’80% degli intervistati ritiene comunque che l’investimento sul mattone rimanga ancora il piu’ conveniente, anche se il 90% ritiene lo Stato colpevole del fatto in Italia la tassazione sulla casa sia tra le piu’ alte d’Italia.

Secondo il responsabile della commissione legale nazionale Appc Mario Fiamigi ,”si tratta della prima indagine condotta su vasta scala che fotografa gli umori della categoria degli affittuari ma che non ha alcuna pretesa di scientificita’ ”.
Tra i problemi piu’ sentiti dei proprietari di case oltre al caro Ici, di cui l’associazione chiede la sostituzione con un imposta sui servizi comunali, c’e’ poi quello dell’ insoddisfazione sulle politiche abitative da parte dell’attuale governo. Il 60% degli intervistati non ha alcuna fiducia nell’ attuale maggioranza. Ma va ancora peggio per il centro-sinistra della quale non si fida l’80% dei proprietari di case. Un buon 48% sarebbe, infine, favorevole alla costituzione di un partito dei piccoli proprietari immobiliari per risolvere i problemi fiscali e rende piu’ flessibile il meccanismo degli affitti in risposta ad un mercato del lavoro sempre piu’ in movimento da una citta’ ad un’altra. Per quanto riguarda, infine, la conoscenza sulla nuova legge sulle locazioni, e’ risultato che il 30% degli intervistati non e’ per nulla al corrente dell’ esistenza di contratti agevolati.