Una nuova tecnica chirurgica che consiste nel dare più ossigeno agli organi malati ha permesso di rigenerare il fegato e di salvare così la vita ad una
ragazza bolognese di 25 anni, colpita da epatite fulminante, e che era già in coma.


L’intervento è stato ideato e compiuto al S.Orsola di Bologna dal professor Bruno Nardo insieme al professor Antonino Cavallari, direttore del Centro Trapianti di fegato del policlinico bolognese, e dal professor Gerardo Martinelli,direttore dell’Unià operativa di anestesia e rianimazione.

La ragazza era stata ricoverata in gravi condizioni giovedì 9 ottobre e per quattro giorni i sanitari del S.Orsola hanno cercato disperatamente un fegato compatibile per il trapianto,tenendo in vita la paziente anche con l’ausilio di un fegato artificiale. Poi quando la giovane era già in coma, in assenza
dell’organo per il trapianto hanno applicato questa tecnica (già sperimentata nel 2001 su un altro paziente) che consiste nel collegare una arteria ad una vena per portare più ossigeno al fegato.

A distanza di 11 giorni – ha detto
il professor Cavallari – il fegato ha ripreso a funzionare, la ragazza è cosciente e fra un mese, se tutto continuerà così, potrà tornare a casa.

Per ora i sanitari del S.Orsola parlano di ‘tecnica promettente’ e di intervento da usare come soluzione ponte verso il trapianto, ma non nascondono la speranza che la nuova
metodica possa aprire scenari interessanti.