Un impiegato ‘modello’ di una filiale della bassa modenese della Banca Popolare di Verona e Novara si è visto azzerare uno stipendio mensile per aver scambiato un assegno da 1.500 euro poi protestato. L’ uomo, S.B., 55 anni, da 27 impiegato dell’istituto (ex Banco San Geminiano e San Prospero), si è rivolto al sindacato bancari della Fiba-Cisl di Modena che ha espresso ”indignazione per il trattamento riservato dalla banca a un lavoratore di comprovata esperienza”.

L’ episodio e’ avvenuto alcune settimane fa, quando ”una cliente conosciuta – spiega in una nota Marcello Barbieri della Fiba-Cisl – si presenta allo sportello e si fa cambiare l’ assegno che poi viene protestato per insolvenza del debitore. Il bancario ha ammesso la propria responsabilita’ e l’ errore in cui e’ incappato. Ma ha anche sostenuto di conoscere personalmente la cliente e inoltre, in quel momento, il direttore, che avrebbe dovuto vistare l’ assegno, era fuori sede. La banca pero’ non ha voluto sentire ragioni e ha punito l’impiegato addebitandogli 1.626,90 euro, ridotto a 1.622,23 euro per non consegnare una busta paga con segno meno”.
”Non abbiamo commenti particolari – e’ la replica della banca, contattata dopo la divulgazione del comunicato della Fiba – Ci siamo attenuti alle disposizioni interne in vigore, utilizzando la massima obiettivita’ e serenita’, come sempre avviene in questi casi”.

S.B. dal primo novembre andra’ in pensione con il ‘fondo di solidarieta” che viene attivato – spiega il sindacato – in caso di trasformazione o crisi per mandare a casa i dipendenti piu’ anziani e assumere i piu’ giovani. ”Ogni azienda ha il suo rischio di impresa – conclude Barbieri nella nota – Il muratore che per errore rovescia una carriola di mattoni solitamente non si vede decurtare lo stipendio del costo dei mattoni rotti. Ma in banca oggi non e’ cosi’. In questi anni di magra, per continuare a tenere alti gli utili, oltre all’ aumento delle commissioni si ricorre a tutto. Mille e 626 euro sono una briciola nel bilancio di un istituto di credito, ma ancora una volta è stata persa un’occasione per motivare i lavoratori”.