Un migliaio di aziende, su 84.000
mq di esposizione, partecipano fino a martedì alla Fiera
di Rimini alla 19/a edizione del Sib, mostra internazionale
biennale delle tecnologie per eventi, spettacolo e locali, e
all’ottavo Disma Music Show, salone degli strumenti musicali.


Oltre un quarto degli italiani si reca almeno una volta all’anno in un locale da ballo: sono stati 15 milioni nel 2003,
secondo dati del sindacato di settore Silb, per oltre cento
milioni di presenze. A queste cifre vanno aggiunte altre 30
milioni di presenze di stranieri. Il fatturato complessivo
generato lo scorso anno e’ stato di circa 600 milioni di euro,
con un calo del 4% sull’anno precedente e una flessione delle
presenze che nella media ha superato il 15%. Vanno sempre meno
la musica a tutto volume e i grandi spazi e si stanno imponendo
strutture piu’ raccolte, divise a zone dove oltre a ballare e
ascoltare musica si possa anche giocare o conversare.

Non per questo, pero’, cala il numero dei locali: negli
ultimi tre anni, a fronte di 352 imprese che hanno cessato
l’attivita’ ne sono sorte 820, con un saldo positivo di 468
unita’. Il maggior numero di discoteche e’ in Lombardia, che ne
ospita il 15,8% del totale; seguono Emilia-Romagna (11,5),
Piemonte (10,1), Toscana (9) e Veneto (8,1). In prevalenza le
discoteche sono di piccole dimensioni (il 50% ha una capienza
inferiore ai 400 posti) e solo 180 possono definirsi ‘mega
discoteche’ con una capienza superiore a 1.500 posti. Le persone
occupate direttamente nel settore sfiorano le 30.000 unita’, ma
ce ne sono almeno altrettante che operano nell’indotto:
industria della musica e del suono, dell’ arredamento, delle
luci e dell’alimentazione. Le giornate ‘clou’ per la clientela
sono ovviamente quelle del fine settimana; i maggiori afflussi
si concentrano fra l’una e le 3 di notte, con una permanenza
media di circa due ore e mezza. E grazie alle discoteche e alla
musica che vi si suona, vengono raccolti dalla Siae ogni anno
oltre 42 milioni di euro per compensare gli autori, italiani e
stranieri.


Il mercato delle tecnologie per eventi e spettacoli, dopo un
biennio di flessione, e’ in ripresa secondo i dati dell’ Apias,
associazione dei produttori di categoria: nel 2004 a ‘tirare’
saranno soprattutto le esportazioni, che gia’ sono in aumento,
mentre la domanda interna rimane ancora debole. E se l’Ue appare
ancora sostanzialmente ferma, con cali significativi in Francia
e Germania, positive sono le performance delle imprese italiane
nell’Est europeo (in particolare in Russia), nei Paesi Arabi e
in Nord Africa. Complessivamente in Italia sono attive circa 170
industrie produttrici, che realizzano un fatturato annuo di
oltre 420 milioni, occupando 2.500 addetti.

In Italia, poi, si continua a suonare. Per Dismamusica, l’
associazione dei distributori di strumenti musicali, piu’ di
500.000 sono stati gli acquirenti di uno strumento nuovo nel
2003. E oltre mezzo milione di studenti hanno acquistato uno
strumento didattico. Tra amatori e professionisti gli italiani
hanno quindi speso, lo scorso anno, 178 milioni di euro, Iva
inclusa, in strumenti musicali propriamente detti. Il mercato
totale – inclusi strumenti didattici, amplificazione del suono,
processori, registratori, edizioni musicali, accessori e
software – raggiunge 339 milioni di euro, con un aumento dell’
1,2% rispetto al 2002.


Al Sib si parlera’ anche di nuove tendenze e di ‘Style
Surfing’, ovvero fare surf tra gli stili, con la possibilita’ di
navigare su una tavola ‘olografica’ tra suoni, emozioni e
atmosfere che viaggiano nello spazio e nel tempi. ”I ‘seguaci’
– spiega Pierfrancesco Pacoda, uno dei massimi esperti di tribu’
giovanili, saggista e critico musicale – sono ragazzi tra i 20 e
i 30 anni che coltivano molteplici interessi (letteratura,
musica, cinema); hanno recuperato i valori positivi del
nomadismo, geografico ma soprattutto del pensiero, facendo dell’
attraversamento uno stile di vita; frequentano con la stessa
disinvoltura locali d’avanguardia e rock club underground;
acquistano e mescolano le griffe piu’ blasonate con abiti e
accessori rintracciati nei mercatini piu’ sconosciuti; abbinano
tecnologia con archeologia”.

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