Segni bluastri sulle gambe preoccupano
soprattutto in vista dell’estate e della prova costume perché
perlopiù sono trattati, o peggio trascurati, come banali
inestetismi lasciando aprire la strada a malattie circolatorie
quali varici, ulcere venose e tromboflebiti che portano a gravi
complicazioni. A dare il giusto peso al problema soprattutto
femminile sono solo hostess e attrici o più in generale le
donne in carriera, mentre rimane per tutte le altre un illustre
sconosciuto con cui fare i conti solo quando è il momento di
scoprirsi, magari ricorrendo a rimedi ‘fai da te’.

E’ quanto ha sostenuto nel corso dell’incontro ‘Allarme vene
allarme gambe’ Claudio Allegra, Presidente della Union
Internationale de Phlebologie e primario di Angiologia
all’Ospedale San Giovanni di Roma. I risultati di questa
trascuratezza, ha detto l’esperto, sono notevoli: solo 4
pazienti su 10 con insufficienza venosa cronica sono in cura e
il numero di ricoveri per questi disturbi è salito negli ultimi
dieci anni, insieme ai costi, passati da 210 a 288 milioni di
euro annui dal 1991 ad oggi.
I disturbi della circolazione venosa colpiscono soprattutto le
donne con un rapporto tra i sessi che sale con l’età passando
dai 3-4 casi femminili per uomo a 40 anni fino a 7 donne per
uomo intorno ai 70 anni. A rischio dovrebbero considerarsi tutte
coloro che hanno più di 18 anni, tanto più se fanno uso di
anticoncezionali, oppure dopo le gravidanze. A insospettirle
dovrebbero essere non solo quei segni blu tanto fastidiosi da
vedere, ha riferito Allegra, ma anche sensazione di pesantezza o
stanchezza delle gambe o smania notturna di muoverle. Se di sera
ci si accorge di avere caviglie gonfie, far scattare il
campanello d’allarme e recarsi dal medico che potrebbe, se
necessario, richiedere esami come l’ecodoppler.
L’insufficienza venosa cronica, dalle forme più o meno gravi,
colpisce quasi la metà delle persone in Italia richiedendo 150
mila interventi l’anno.


Eppure, ha rilevato Allegra, per scongiurare complicazioni ed
enormi spese per le cure, basterebbe adottare alcune semplici
regole di prevenzione che vanno da uno stile di vita sano, con
una dieta equilibrata, alla scelta degli indumenti. No ai tacchi
alti, salvo rare occasioni, no a pantaloni stretti, assicurarsi
di avere una postura corretta ed evitare di stare troppo in
piedi. Infine evitare la sedentarietà e il sovrappeso è
d’obbligo. Gli sport ideali, ha aggiunto l’esperto, sono il
nuoto e la bicicletta, mentre tutti quelli che richiedono scatti
bruschi, come tennis e calcio, sono da evitare. Anche di notte
non bisogna abbassare la guardia e fare in modo di dormire in
una posizione di scarico, cioé con le gambe leggermente
solevate rispetto al resto del corpo. Attenzione poi ai cambi di
stagione e alle temperature troppo elevate, ha aggiunto Dino De
Anna, Ordinario di Chirurgia all’Università di Udine, è
infatti in questi periodi in cui ci sono bruschi cambiamenti di
temperatura che le vene degli arti inferiori soffrono di più.
Infine, è bene non lasciarsi influenzare dalla moda degli
integratori, basta una dieta bilanciata, mentre farmaci o
sostanze non mirate possono essere inutili. Invece per prevenire
problemi seri e impedire che da quegli antiestetici capillari
che spuntano si passi a forme gravi di insufficienza
circolatoria, ci sono già dei farmaci adatti a base di sostanze
di derivazione naturale, i flavonoidi micronizzati, inoltre le
donne a rischio o con i primi sintomi devono indossare calze
elastiche contrastanti il reflusso di liquidi nella parte
inferiore delle gambe, calze che però devono essere consigliate
dallo specialista.