I clienti dei treni sono in costante aumento ma la qualità dei servizi del trasporto ferroviario regionale peggiora. E’ quanto sostiene Legambiente dell’Emilia-Romagna che, con un gruppo di lavoro, ha raccolto osservazioni e proposte per migliorare il servizio ferroviario: sul banco degli imputati ci sono le stazioni, gli orari, il comfort.

Come esempio negativo l’associazione ha citato la stazione di Bologna Centrale, il principale nodo ferroviario d’Italia, che non dispone di “servizi elementari quali gli ascensori per viaggiatori con bagagli e biciclette al seguito”. Più in generale, secondo il gruppo di lavoro, le stazioni appaiono pressoché abbandonate, con uno standard di pulizia e sicurezza piuttosto scadenti, senza arredi decenti e spazi adeguati di verde”. C’é poi il problema delle coincidenze, comune ai viaggiatori che devono andare e tornare da località oltre le stazioni limite di regione, e che preferiscono usare treni regionali sia per problemi di prezzo che di stazione di partenza. Le coincidenze – si legge nel dossier di Legambiente – sono spesso una lotteria, sia per i ritardi abituali dei treni rispetto agli orari sia per i tempi spesso troppo stretti tra l’arrivo e la partenza successiva. Tra gli esempi negativi sono citati il cambio di treno a Borgo S.Lorenzo sulla linea Faenza-Firenze (per Firenze e ritorno), e quello a Porretta sulla Bologna-Pistoia (per Pistoia e ritorno). I viaggiatori lamentano poi la bassa velocità dei treni, la rumorosità delle carrozze, il condizionamento che spesso non funziona oppure è annunciato ma non installato, la presenza di porte bloccate con la scritta ‘fuori servizio’. Legambiente ha chiesto un aumento generalizzato delle frequenze delle corse, soprattutto nei periodi di vacanza “quando invece il servizo viene diminuito”. “Siamo ben lontani – ha commentato il presidente di Legambiente Emilia-Romagna – da quanto previsto nel piano regionale dei trasporti del 1998 che prevedeva un treno ogni ora su tutta la rete e ogni 30 o 15 minuti sulle tratte più frequentate”. “Un esempio di disservizio è la linea Faenza-Firenze, dove ai 18 treni al giorno nelle due direzioni tra Borgo S.Lorenzo e Firenze fa da contrasto il servizio ultraridotto sulla parte di linea che attraversa l’Appennino collegando la Toscana alla Romagna, e impedisce lo sviluppo di integrazioni tra il turismo balneare e quello di una delle maggiori attrazioni monumentali. Altrettanto dicasi per le relazioni tra la Riviera dell’Emilia-Romagna e città d’arte come Ravenna, Ferrara e Venezia. Su questi percorsi convogli in grado di viaggiare intorno ai 100 Km/h toccano a malapena i 60, vanificando possibilità interessanti”.