Oblazioni riviste al rialzo, volumetrie condonabili ridotte al minimo, no alle nuove costruzioni, vincoli molto severi per le aree protette e demolizioni in vista. Le regioni usano le loro armi per dire no al condono edilizio, stringendo quanto più possiblie le maglie della sanatoria attraverso le leggi locali.


Quasi tutte le regioni, secondo un’indagine dell’Adnkronos, sono pronte a inasprire sanzioni e oneri concessori.
In molte sfrutteranno l’opportunità di aumentare al massimo le somme per sanare gli abusi: +10% per l’oblazione e +100% per gli oneri.
Mentre la metratura condonabile sarà ridotta, dai 750 metri cubi stabiliti dalla legge nazionale, anche fino a 100 metri cubi come prevedono Emilia Romagna e Toscana. Limite fissato a 150 metri cubi da Marche e Campania e a 300 dal Lazio. Si adeguano ai tetti del governo Lombardia, Piemonte e Puglia.

E c’è anche chi, come la Valle D’Aosta, ha detto sì esclusivamente ai cambi di pertinenze e agli adeguamenti igenico-sanitari escludendo tutto il resto. Nuove zone ‘off limit’ vengono inoltre delimitate ampliando i vincoli nazionali. Per contro la Sicilia ha scelto di ridurre le spese di urbanizzazione del 50% e il Molise di sanare anche nelle aree protette.

Linea particolarmente dura invece da parte delle regioni amministrate dal centrosinistra, dove sono a rischio demolizione gli edifici che non rientrano nei parametri stabiliti dalle leggi locali. Chi ha già presentato la domanda in una regione dove non saranno consentite nuove costruzioni dovrà quindi dire addio alla casetta abusiva.
Le scelte delle regioni potrebbero mettere a rischio l’obiettivo del governo di incassare circa 3,8 miliardi di euro.

(Fonte: Adnkronos)