Ha preso il via oggi la stagione venatoria, che interessa circa diecimila doppiette di cui sette mila residenti nel modenese. Nella nostra provincia gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) sono tre con una dimensione complessiva di circa 160 mila ettari.


I confini degli Atc dividono il territorio orizzontalmente in tre parti: l’Atc Modena l (riguarda la bassa pianura a nord, da Carpi a Finale Emilia), l’Atc Modena 2 (quello centrale, copre la media pianura, tutta la collina e parte della montagna ovvero da Soliera a Pavullo) e l’Atc Modena 3 che è quello più a sud, in alta montagna. Ogni Atc è governato da un comitato direttivo, l’organo di gestione, e da una assemblea dei soci.

In Emilia Romagna la suddivisione degli Atc va dai diciassette ambiti della provincia piacentina al solo Atc della provincia di Rimini. La provincia di Parma e quella di Ferrara sono suddivise in nove Atc, quella di Forlì in sei, quella di Ravenna in tre, e quelle di Bologna e di Reggio Emilia in quattro.

Anche quest’anno sulle operazioni di caccia vigileranno gli agenti del Corpo di Polizia provinciale della Provincia, gli ex Vigili provinciali (un tempo i mitici guardiacaccia), corpo istituito nel 2003.

Sono in tutto 19 e avranno il compito di tenere sotto controllo qualcosa come 250 mila ettari di territorio: infatti oltre alla superficie cacciabile, 160 mila ettari in tutta la provincia modenese, dovranno controllare il rispetto del regime di divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), in quelle parti di campagna che i Comuni hanno dedicato allo sviluppo dei piani regolatori, in cui è vietato cacciare, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati dove i sindaci hanno vietato la caccia.

Al loro lavoro si aggiungerà, soprattutto in montagna, quello del Corpo Forestale dello Stato: collaboreranno anche una quarantina di vigili ausiliari volontari provinciali nonché alcuni nuclei di Gev.