Mense, ristoranti, bar. E’ qui che gli italiani, sempre più spesso, preferiscono mangiare. La spesa per i consumi alimentari fuori casa è infatti cresciuta, dal 1988 a oggi, dal 24,9% al 30,9% del totale, con oltre 11 milioni di persone che ogni giorno pranzano al di fuori delle pareti domestiche, per un giro d’affari totale di 46 miliardi l’anno.

A scattare la fotografia di un mercato in costante ascesa è la Fipe-Confcommercio, che registra così il ruolo sempre crescente che i consumi fuori casa hanno assunto nell’ambito della domanda generale di prodotti alimentari.

La spesa per i pasti in casa, dunque, è scesa dal 75% all’attuale 69% e si stima che tra vent’anni le due quote quasi si equivarranno, attestandosi a un 46% di spesa per i pasti fuori casa e 54% per quelli tra le pareti domestiche.

Il volume d’affari dei consumi alimentari lontani dalla propria cucina è pari a 46 miliardi di euro l’anno. Di questi, 6 miliardi sono della ristorazione collettiva (mense aziendali, ospedaliere e scolastiche) e 40 miliardi di quella commerciale, di cui il 65% dei ristoranti e il 35% dei bar. Quanto a numero dei pasti, sono 6 miliardi quelli consumati fuori, di cui 2,3 miliardi nelle mense e 3,7 miliardi in ristoranti, bar e pizzerie.

Di pari passo con l’aumento dei pasti fuori casa, determinato chiaramente da nuove abitudini sia lavorative che scolastiche, l’indagine riscontra anche il diverso equilibrio in cui si posizionano pranzo e cena: appena dieci anni fa il pasto principale della giornata era il pranzo per il 78% degli italiani, mentre oggi la quota non supera il 70%.

Mangiare fuori a pranzo è quindi ormai diventata un’abitudine consolidata per tante persone, ma non basta per far crescere il mercato della ristorazione collettiva, vale a dire quello delle mense. Secondo l’indagine della Fipe, infatti, in termini generali il 2004 si dovrebbe chiudere con un fatturato in crescita reale del 2,8%, ma con un margine operativo lordo in calo dell’1%. A pesare sono i costi, con la forte crescita prevista per le materie prime (+4,3%) e per il lavoro (+7,5%).

Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, questo particolare segmento ha visto un aumento dei prezzi medio del 3,3% e, aggiunge la Fipe, ”le dinamiche dei costi e quella dei prezzi non permettono di essere ottimisti sui risultati del 2004”.