Le donne italiane sono soddisfatte del proprio lavoro ma per i figli ci rinuncerebbero. E’ il risultato di un sondaggio che ‘Per Me’, il mensile femminile di psicologia di Mondadori, ha commissionato alla Swg di Trieste e del quale il periodico ha anticipato una sintesi.


Un campione di 500 donne è stato intervistato su cosa ne pensava del proprio lavoro: il 91% ha risposto di esserne soddisfatta, ma il 73% è disposto a rinunciarci per un figlio. Il 37% delle intervistate, inoltre, alla parola lavoro associa la parola ‘soddisfazione’, il 33% ‘sicurezza’ e il 16% ‘emancipazione’. Per il 94% lavoro significa raggiungere una propria dipendenza economica (44%), poter esprimere le loro capacità (40%) ed uscire dal proprio isolamento (10%). Allo stesso tempo, riconoscono che lavorare abbia dato loro maggiore valore ‘al tempo’ (65%), a ‘me stessa’ (24%) e al ‘denaro’ (11%).

Un altro dato emerso dallo studio è il lavoro come fonte di stress, soprattutto a causa della difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia (61%). Per l’11% è ‘faticoso’ e infine per il 10% ‘è duro andare d’accordo con gli altri’. Infine, alla domanda ‘Quando hai pensato ‘meno male che c’è il lavoro’ il 38% dice di non averlo mai pensato, il 35% quasi tutti i lunedì, l’11% durante una crisi sentimentale, il 9% mentre affrontava una malattia e il 7% trovava il lavoro una distrazione quando si stava separando.

Rosanna Gallo, docente di psicologia della formazione all’università Cattolica di Brescia, nell’analizzare questi dati spiega che le donne ”apprezzano il loro presente, anche professionale, proprio perchè non hanno investito sul lavoro tutte le loro aspettative, consapevoli che la felicità non può arrivare solo dalla carriera”. Se è vero che l’amore faccia bene alle pene d’amore è altrettanto vero che l’amore felice fa bene al lavoro. ”Quando una donna è innamorata -spiega Gallo- è spumeggiante, trasporta la sua energia positiva anche in ufficio: diventa più collaborativa, più creativa, più brillante”. E per Gabriele La Porta ”la donna ha un grande dono, la capacità di raccontarsi e di vivere le proprie emozioni, anche in ufficio”.

(Fonte: Ansa)