Il 91% degli italiani è convinto che fino a 3 anni il bambino debba stare il più possibile con la mamma che, secondo il 58%, dovrebbe smettere di lavorare per qualche anno oltre il congedo di maternità. Se la madre proprio non può badare al proprio piccolo, la maggioranza si rivolgerebbe alla nonna, e solo dopo i 2 anni si comincerebbe a prendere in considerazione l’asilo.


E’ quanto emerge da un sondaggio su ‘Gli italiani e i servizi per l’infanzia’, commissionato all’Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione, in occasione dell’apertura dell’asilo aziendale Banca Intesa a marchio Pan.

Pan è un consorzio senza fini di lucro nato per la creazione di asili nido e altri servizi per l’infanzia. I primi venti asili vengono inaugurati in questi mesi in collaborazione con BancaIntesa (a febbraio), Cgm, Fis e LegaCoop. Per il 2006 il consorzio ha in programma di aprirne 300, ma sono già 390 le richieste pervenute.

Gli asili aziendali in Italia sono una realtà ancora poco diffusa, ma destinata al decollo nel giro di poco tempo. Oltre a garantire standard di sicurezza e di elevato livello dei servizi offerti (qualità dei locali, refezione, assistenza medica, personale preparato), permette alle famiglie una ‘diluizione della retta’, attraverso un finanziamento che consente di pagare rate mensili per 6 anni, anzichè concentrarle nei 2 o 3 che i bimbi frequentano l’asilo.

Uno dei motivi per cui molte famiglie rinunciano è infatti il costo (per il 64% degli intervistati i nidi sono troppo cari). Ma mancano anche i posti: in lista di attesa ci sono infatti il 32% dei bambini tra 1 e 3 anni.

Pur confermando la centralità della famiglia, comunque, il 67% degli intervistati iscriverebbe con tranquillità un figlio all’asilo, soprattutto dopo i 2 anni. La pensano cosi le donne che lavorano, i laureati, gli impiegati e gli insegnanti.

Secondo i genitori, dopo quell’età, l’asilo è il luogo più adatto. Sia perchè si diverte, sta con altri ed impara (97%), sia perchè c’è personale specializzato ad occuparsi di lui (83%). Non mancano tuttavia timori e paure. Il 73% degli intervistati è convinto infatti che all’asilo il bambino corra un rischio maggiore di ammalarsi, e il 38% non si fida delle diete alimentari. Infine ci sono problemi legati agli orari. Per il 39% degli interpellati gli asili infatti non sono coprono interamente l’assenza lavorativa dei genitori.

Dall’ indagine emerge comunque che asili e servizi per l’infanzia ottengono un gradimento medio/alto, del 46%, soprattutto da parte di laureati (62%), residenti nel Centro Italia (54%) e giovani in età comprese tra i 18 e i 34 anni (54%).

(Fonte: Ansa)