La singolare concomitanza tra la presentazione di un’interrogazione comunale che esprime preoccupazione in merito al ‘Punto di ascolto’ con la presenza di un agente di P.S. presso l’Ipsia ‘F.Corni’ e la denuncia di un minorenne scoperto a spacciare cocaina nello stesso istituto, ha riaperto la discussione sull’opportunità di un presidio di polizia in una scuola.

Alcuni, nella denuncia del giovane spacciatore, trovano conferma della deriva repressiva che assume inevitabilmente un posto di polizia, seppur denominato ‘Punto d’ascolto’; altri ritengono la individuazione e la denuncia del ragazzo una prova della validità dell’iniziativa. E’ chiaro che ‘fare la conta’ dei favorevoli e dei contrari non aiuta ad esaminare un problema che ha innumerevoli elementi di complessità. La Dirigenza Scolastica presentò a suo tempo l’iniziativa del ‘Punto d’ascolto’, motivandola con la necessità di rispondere ai problemi di una scuola “di frontiera”, con “piccoli furti”, “episodi di bullismo”, studenti che provengono da “contesti difficili”.

«Io – sottolinea l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè – sono fra coloro che ritengono che gli studenti che provengono da contesti difficili abbiano bisogno di essere accolti ed accompagnati in percorsi di studio che saranno molto complicati ed abbiano diritto, come gli altri, ad imparare; penso che abbiano bisogno di ottenere fiducia ed essere chiamati a precise responsabilità; penso che abbiano bisogno di adulti che non deleghino le proprie responsabilità educative. Penso cioè, che abbiano bisogno d’insegnanti e non di poliziotti. Così come penso che genitori, insegnanti, poliziotti non debbano essere “amici” dei ragazzi, ma svolgere il loro ruolo specifico, non intercambiabile, non amicale, pur nell’empatia e nella vicinanza indispensabili per creare relazioni significative: i ragazzi, per crescere, hanno bisogno di relazioni asimmetriche che tali devono rimanere. Dal Presidente dell’associazione che unisce tutte le scuole superiori di Modena, allo stesso Questore, c’è unanimità nel ritenere che il problema della circolazione della droga negli istituti scolastici superiori esista e che quanto è avvenuto all’Ipsia ‘F.Corni’ non sia un caso isolato; il Questore inoltre afferma opportunamente di non voler istituire “commissariati dentro le scuole”. E allora ci si chiede: perché il ‘Punto d’ascolto’ con la presenza di un agente di P.S. continua a funzionare proprio presso l’Ipsia ‘F.Corni’? Tale presenza rischia di alimentare allarmi ulteriori; di esporre i docenti al rischio di valutazioni di inadeguatezza professionale; di etichettare i ragazzi attraverso pericolose scorciatoie generalizzanti; di sostenere la fama di “scuole ghetto” di “scuole bene” orientando le iscrizioni attraverso passaparola che fanno sì che le “profezie” si auto-adempiano.» «Per questo – afferma l’assessore – nel rispetto dell’autonomia decisionale della scuola, mi sento di invitare il Dirigente Scolastico, il Collegio dei Docenti, il Consiglio di Istituto a valutare l’opportunità di sospendere l’attività del posto di polizia denominato “Punto d’ascolto”, sia per le perplessità che ha suscitato, sia per l’evidente necessità di riesaminare gli interventi di prevenzione messi in campo dalla scuola alla luce dell’ultimo grave episodio riportato dalla stampa. Credo inoltre che il riesame degli interventi di prevenzione vada effettuato con un più attivo coinvolgimento di studenti e genitori nonché di quei docenti che all’interno della stessa scuola hanno espresso perplessità e dubbi in merito all’iniziativa».

«Credo sia importante – conclude Adriana Querzè – su queste questioni, aprire un confronto con insegnanti, genitori, studenti e mettere in campo, senza confusione di ambiti, le diverse competenze: anche il modo con cui vengono impostate le politiche di prevenzione del disagio, educative, della salute e sociali può infatti attenuare o accentuare questi fenomeni. Per quanto riguarda l’Ente locale la prossima applicazione della direttiva regionale sui Piani di Zona, che hanno l’obiettivo di integrare le politiche sociali, educative e sanitarie vedrà la costituzione, fra gli altri, di un tavolo integrato delle politiche sociali e educative che è a disposizione per affrontare queste tematiche».