Sabato 30 aprile si conclude la stagione del Teatro Astoria di Fiorano Modenese. Protagonista della serata sarà il grande pianista di fama internazionale Jeffrey Swann, il quale proporrà lo spettacolo dal titolo “Liszt: il virtuoso del mondo o il patriota visionario?”.


Nato nel 1951 a Williams, in Arizona, Jeffrey Swann ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di quattro anni ed è stato allievo di Alexander Uninsky alla Southern Methodist University di Dallas. Ha conseguito il Bachelor, il Master ed il Doctor of Music presso la Juilliard School, sotto la guida di Beveridge Webster e Adele Marcus. Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti da Jeffrey Swann in campo internazionale, tra i quali sono da ricordare il 1° Premio alla prima edizione del Premio Dino Ciani al Teatro alla Scala di Milano, la medaglia d’oro al Concorso Queen Elisabeth di Bruxelles ed il massimo dei riconoscimenti ai Concorsi Chopin di Varsavia, Van Cliburn, Vianna da Motta e Montreal. Da allora la sua carriera si è affermata con successo non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa: più volte ospite del Festival di Berlino, della serie “Grands Interpretes/ Quatre Etoiles” di Parigi, Swann ha suonato in tutte le principali città europee. Jeffrey Swann ha un vasto repertorio che comprende più di 50 concerti e opere solistiche, che vanno da Bach a Boulez e dall’integrale delle Sonate di Beethoven alle trascrizioni del tardo Ottocento.



Jeffrey Swann è anche apprezzato compositore: ha infatti studiato composizione con Darius Milhaud all’Aspen Music Festival. Particolarmente interessato alla musica contemporanea, ha eseguito in prima mondiale la Seconda Sonata per pianoforte di Charles Wuorinen al Kennedy Center di Washington ed ha registrato per la Music & Arts varie composizioni contemporanee, tra le quali la Sonata n. 3 di Boulez. E’ inoltre un appassionato di letteratura e di arti visive ed è alla ricerca costante di nuove strade per dare ai suoi programmi un più profondo significato culturale. A questo scopo egli spesso propone programmi a tema e, quando ne ha l’opportunità, completa le sue esecuzioni con commenti e illustrazioni.



Comunicazione, invenzione, ironia e modernità: con queste parole si può riassumere la gustosa performance del pianista americano. Rispetto al solito clichet imposto spessissimo dalle formule del concerto classico, Swann inventa una formula desunta ed ispirata dalla letteratura di Marcel Proust. Quest’ultimo, nella sua “Ricerca del tempo perduto”, racconta i suoi decisi interessi musicali attraverso la descrizione dei ritrovi nei salotti della Parigi di fine ‘800. Swann compila lui stesso le note di sala ponendo l’attenzione sul fatto che troppo spesso il linguaggio dei suoni viene isolato dal contesto culturale e storico in cui si trova, come fosse un mondo a sé, insensibile agli imput che gli giungono dalla contemporaneità.




Un grande artista, quindi, a conclusione di una stagione che ha visto avvicendarsi sul palcoscenico prestigiosi interpreti della scena musicale internazionale.