Anche per l’agricoltura è ‘allarme rosso’ recessione. A picco produzione, export, consumi e prezzi. Crolla la competitività. E i nostri mercati diventano ‘terra di conquista’ dei prodotti stranieri.


A suonare l’allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che evidenzia grande preoccupazione per lo scenario fosco che si sta delineando nel settore e che va ad accrescere le difficoltà dei produttori che vivono ed operano nella profonda incertezza e che vedono perdere sempre di più la loro competitività sui mercati.

I dati del 2005 -avverte la Cia- segnano una netta inversione di tendenza: nel primo trimestre dell’anno la produzione agricola, rispetto all’ultimo trimestre del 2004, è scesa del 2,2 per cento; il disavanzo commerciale agroalimentare è risultato pari a 1.700 milioni di euro (in forte crescita le importazioni dalla Spagna e soprattutto dalla Cina che sono aumentate del 250 per cento); l’export di prodotti agricoli ha fatto segnare una flessione del 3,5 per cento; i consumi agroalimentari sono risultati stagnanti (per l’ortofrutta è stato un costante e drammatico calo, con meno 8,5 per cento). Non basta. Nell’aprile scorso i prezzi agricoli alla produzione sono diminuiti del 4 per cento nei confronti dello stesso mese dell’anno scorso.

Occasione per focalizzare l’attuale difficile situazione è stata l’Assemblea nazionale della Cia durante la quale è stato lanciato un nuovo Patto tra agricoltura e società. Un Patto che si rafforza proprio davanti ai gravi problemi che attualmente affliggono il settore e che costituisce un punto fermo per consentire agli agricoltori di sviluppare le proprie risorse, di tornare a competere sui mercati e di contribuire alla crescita del Paese.

Il Patto è stato illustrato dal presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi. “La nostra -afferma- vuole essere una grande alleanza con la quale non si rafforza solo il rapporto città-campagna, ma consente agli stessi agricoltori di continuare a produrre qualità, alimenti, ricchezza, cultura e ambiente. Un Patto che garantisca prezzi equi dei prodotti agroalimentari, acceleri lo sviluppo, assicurando la competitività delle imprese agricole e i redditi dei produttori”.

“Si tratta di una scelta nuova -aggiunge Politi- attraverso la quale interpretare il cambiamento. Non più un’agricoltura chiusa e stretta nel suo alveo, ma un mondo agricolo aperto al confronto con la società. Un mondo agricolo che vuole svolgere una funzione di primo piano nell’economia; un mondo agricolo forte e competitivo in grado di dare un apporto determinante allo sviluppo, come è avvenuto lo scorso anno quando il lavoro degli agricoltori ha permesso la crescita del Prodotto interno lordo”.

Il Patto proposto dalla Cia si sostanzia, da un lato, con la capacità dell’agricoltura di agire in un mercato concorrenziale, ponendo la responsabilità etica come componente della propria reputazione; dall’altro, con il riconoscimento del contributo dell’agricoltura al benessere sociale nella sua accezione più ampia: qualità della vita, biodiversità, ambiente, paesaggio.