Stato di agitazione alle Dogane di Modena, nelle quali lavorano complessivamente una novantina di persone. Lo hanno proclamato i sindacati Fp-Cgil, Fps-Cisl e Unsa-Salfi a causa del mancato rispetto degli accordi raggiunti il 1° giugno scorso con la Direzione regionale delle Dogane sull’istituzione dell’Ufficio Unico della Dogana di Modena, che comprende gli uffici di Campogalliano, Carpi, e l’ex Ufficio Tecnico di Finanza, situato in piazza Manzoni a Modena.

L’accordo prevedeva che, subito dopo la nomina del direttore dell’Ufficio della Dogana di Modena, sarebbero stati definiti tutti gli aspetti organizzativi del nuovo ufficio, tra cui l’istituzione di una sede distaccata in piazza Manzoni a Modena, nella quale avrebbe dovuto essere utilizzato il personale già presente nell’ex UTF (Ufficio Tecnico di Finanza). Questo al fine di assicurare il mantenimento di alcuni servizi della dogana nell’ambito cittadino.


«Il direttore del nuovo Ufficio Unico della Dogana di Modena – spiegano Fp-Cgil, Fps-Cisl e Unsa-Salfi – ha, invece, deciso unilateralmente di avviare provvedimenti di mobilità obbligatoria del personale obbedendo, a suo dire, a specifiche direttive della Direzione regionale che, invece, ha concluso con noi accordi ben precisi. Questo atteggiamento, oltre a ridurre le potenzialità operative dell’ufficio cittadino, indica la mancanza di volontà costruttiva da parte del nuovo direttore. Pertanto, in assenza di segnali positivi nei prossimi giorni, ci riserviamo – concludono i sindacati – di intraprendere ulteriori iniziative di lotta a sostegno delle prerogative del personale delle Dogane».