Le segreterie regionali di CGIL CISL UIL dell’Emilia Romagna esprimono soddisfazione per l’approvazione della legge regionale sul lavoro, adottata a seguito della competenza legislativa concorrente affidata alle regioni dalla riforma del titolo V della Costituzione.

Del provvedimento legislativo, le segreterie regionali apprezzano l’organicità dell’intervento sulle politiche attive del lavoro, legato alla stabilità e alla sicurezza, oltre che alle politiche industriali. La scelta della qualificazione del lavoro e della sua stabilità, contro l’estendersi delle tante forme precarie di occupazione, è stata recepita, in coerenza con i principi europei, assumendo “il contratto di lavoro a tempo indeterminato quale forma comune dei rapporti di lavoro”, incentivando in questo modo una “buona occupazione”.



La legge, inoltre, si qualifica per gli strumenti messi in campo per consentire ai lavoratori svantaggiati e con disabilità l’accesso al mercato del lavoro, per le politiche di conciliazione volte a promuovere la permanenza delle donne nel mercato del lavoro, per gli strumenti qualitativi sulla regolarità dei rapporti lavorativi e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per il miglioramento della qualità del sistema regionale dei servizi per il lavoro.



La legge pone le basi per la definizione delle caratteristiche e dei parametri fondamentali di un sistema di “responsabilità sociale” nella nostra regione. Questo modello può servire anche per modulare il trasferimento di tutte le risorse e incentivi, di competenza regionale, al sistema delle imprese, facendo evolvere le attuali procedure dei bandi per l’accesso agli incentivi verso un sistema che presuppone il rispetto di parametri di qualità produttiva, ambientale, dei diritti del lavoro. Analogamente questo modello può essere utile per la valutazione delle offerte per gli appalti.



L’approvazione di questa legge era il primo impegno di legislatura, che il Presidente aveva preso, dopo lo sbagliato ostruzionismo che aveva bloccato il provvedimento alla fine della scorsa legislatura. Il secondo impegno che abbiamo chiesto come organizzazioni sindacali è la necessità di una regolamentazione degli appalti. Una regolamentazione complessiva di tutti gli appalti, di forniture, servizi e lavori, che affronti altresì il tema della regolazione delle forme di affidamento nei servizi pubblici locali, incluso il delicato rapporto pubblico – privato nei servizi alla persona, darebbe un contributo significativo alla qualificazione del sistema economico e produttivo e alla tutela dei diritti del lavoro nella nostra regione.