Giusta la battaglia di Coldiretti che vede schierarsi al suo fianco le associazioni dell’Intesa dei consumatori: Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori.


Infatti chi vende frutta straniera di cui non si conosce la provenienza sui mercati italiani, e si stima che il 20% sia non locale, commette il reato di frode in commercio. Tra l’altro non è possibile sapere dove la frutta è stata colta e con quali concimi o agrofarmaci essa è stata trattata non essendoci in molti paesi del mondo controlli e limitazioni.

Le associazioni dei consumatori dunque invitano le Procure della Repubblica di confine e specie quella di Ravenna ad operare controlli a tappeto sull’arrivo e la destinazione delle tonnellate di frutta straniera importata nel nostro paese a tutela della qualità e della salute.