Le giovani modenesi hanno titoli di studio più alti dei loro coetanei maschi (le iscritte all’università sono il 58,4 per cento contro il 41,6 degli uomini), possono vantare percorsi scolastici più netti (nove ragazze su dieci non hanno mai ripetuto un anno a fronte del 75,3 per cento dei ragazzi) e valutazioni più alte, ma le loro prospettive di lavoro e di carriera sono più scarse e anche in caso di parità di titolo di studio e di mansione, ricevono una retribuzione inferiore a quella dei loro colleghi.


E’ lo studio della Provincia “A quattro anni dal diploma”, nel quale tutti i dati sono presentati disaggregati per genere, a quantificare la differenza in ambito lavorativo tra donne e uomini e, commenta l’assessore provinciale all’Istruzione Silvia Facchini, “a mettere in luce come, anche in una situazione modenese di quasi piena occupazione, persista nel mercato del lavoro una situazione di oggettivo svantaggio per il genere femminile”.

Dall’indagine risulta che le ragazze, più dei maschi, tendono a scegliere percorsi scolastici non immediatamente professionalizzanti come i licei, oppure che offrono meno possibilità di occupazione, carriera e retribuzione ma rientrano nei settori tradizionalmente femminili come l’amministrativo-commerciale, il tessile, l’assistenziale. Dal canto loro le aziende confermano questa tendenza ricercando esplicitamente le donne quando si tratta di affidare mansioni amministrative e di segreteria, o di trovare addetti alla vendita o all’assistenza familiare mentre richiedono gli uomini quando si tratta di incarichi direttivi o di professioni intellettuali scientifiche e di elevata specializzazione.

Anche i tipi di contratto proposti sono differenti: gli impieghi dipendenti, “full time” e a tempo indeterminato sono rivolti in misura maggiore ai diplomati maschi, mentre i contratti a tempo determinato, atipici e soprattutto i part-time sono più diffusi tra le diplomate femmine.

Una forte disparità di genere si rileva infine anche nelle retribuzioni: a parità di diploma, infatti, quasi sette donne su dieci (il 67,7 per cento) non superano il tetto dei mille euro mensili a fronte del 39,1 per cento degli uomini. Al crescere dello stipendio, il rapporto si rovescia: percepisce un guadagno mensile compreso fra i 1.001 e i 1.450 euro il 53,3 per cento degli uomini contro il 30,5 per cento delle donne.