La rivincita contro la sfortuna di Paolo Valoti. Esattamente un anno fa, era il 4 settembre, un brutto incidente alla Coppa Placci (uno scontro con un’auto ferma al lato della strada dopo 10 km di corsa) gli procuro’ una lunga ferita sul torace chiusa con 150 punti di sutura, una trauma toracico e una lesione ad una vertebra. Tre mesi di stop. 364 giorni dopo la Coppa Placci ha invece il sapore di una vittoria, la seconda della stagione dopo la Agostoni.


Nell’arrivo allo sprint di un gruppo di 27 corridori Valoti, 34enne bergamasco, ha messo la sua ruota davanti a tutti. ”E’ partito lungo Kirchen – dice il vincitore – gli sono stato a ruota e l’ho saltato proprio agli ultimi metri”. Terzo l’ucraino Khalilov, poi Visconti, Bennati e l’ex iridato Astarloa.

Nel gruppo dei primi anche Cunego e Mazzanti.


”Dopo l’incidente di un anno fa proprio su queste strade – racconta Valoti – questa mattina prima del via ho pensato ad una rivincita. Ma sinceramente non sapevo quale era la mia condizione. Ho vinto la Agostoni subito dopo ferragosto, poi ho avuto una tonsillite e la febbre. Ho dovuto prendere gli antibiotici che mi hanno un po’ fiaccato. Sono rientrato al Melinda tre giorni fa. Comunque anche oggi ho fatto fatica, non e’ stato semplice”.
Valoti e’ senza contratto per la prossima stagione: ”La mia squadra, la Domina, in cui mi trovo bene, mi ha inviato una lettera prima delle vittorie in cui mi comunicava di ritenermi libero. L’anno prossimo arrivano Petacchi e Zabel che si porteranno alcuni uomini fidati dalle loro squadre di provenienza e allora qualcuno deve andar via. Pero’ mi piacerebbe restare. D’altronde i conti si fanno a fine stagione.

E io sono uno che va bene con il caldo, questo e’ il mio periodo. Ci sono altri contatti, ma fino a quando non metti la firma non sono nulla di concreto”.


Il bergamasco, moglie e due figli, e’ uno che anche in passato non ha avuto paure di mollare la bici per cercarsi un lavoro fuori dall’ambiente delle due ruote: ”Ho avuto periodi di carriere travagliati: un anno la rottura del bacino, poi due anni con problemi di stipendio. Cosi’ decisi di andare a lavorare: un impiego nell’azienda di falegname di mio fratello.

E’ dura lavorare, meglio andare in bicicletta. Quando poi arriva lo stipendio e vedi che e’ basso un po’ ti deprimi. Ma quando hai famiglia non puoi rischiare di rimanere senza entrate. Poi nell’aprile di due anni fa ho ricominciato grazie alla Domina e alla possibilita’ che mi ha dato Santoni. Io sono un professionista serio. Ho 10 anni alle spalle di professionismo, ma tra incidenti e altri problemi in realta’ e’ come se avessi corso solo 6-7 stagioni. Ho ancora voglia e mi sento integro e giovane. Poi so cosa vuol dire lavorare e quindi e’ meglio pedalare”.


Una vittoria che accende anche qualche speranza in ottica azzurra: ”Naturale pensarci”.

La gara, dopo la partenza da San Marino, era stata caratterizzata da una fuga di oltre 80 km dello svizzero Beauchat, che ha avuto anche 5’20” di vantaggio. Poi e’ stato raggiunto anche da Bertuola, ma il gruppo si e’ ricompattato.
Sull’ultima salita, a 19 km dal traguardo, l’azione decisiva che ha prodotto il gruppo che poi si e’ giocato la vittoria allo sprint.


Domani replica al Giro di Romagna: 193 km con partenza (ore 11.15) e arrivo (tra le 16 e le 16.30) a Lugo.