Fortissima risposta dei lavoratori dei settori agricolo e agroalimentare dell’Emilia-Romagna alla giornata di lotta nazionale promossa ieri da
Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil. In quindicimila hanno sfilato per il centro di Cesena alla manifestazione regionale, una partecipazione che i sindacati definiscono ‘straordinaria’ per il settore e
per la città.


A Modena l’adesione allo sciopero da parte dei lavoratori e delle lavoratrici a previdenza agricola è stata massiccia sia nelle campagne che negli stabilimenti di trasformazione come Agra di Vignola, Emiliafrutta di Castelfranco, Conserve Italia di Ravarino, Campofrigo di Campogalliano dove l’adesione allo sciopero ha raggiunto punte di oltre il 90%.

Soddisfazione è espressa dalle segreterie di Fai, Flai e Uila di Modena per l’adesione allo sciopero e per la partecipazione alla manifestazione regionale: nonostante il poco tempo a disposizione per organizzare la partecipazione dei lavoratori alla manifestazione, ha infatti raggiunto Cesena una delegazione di quattro pullman di lavoratori.

Alla manifestazione di Cesena hanno preso la parola Giordano Giovannini segretario generale Flai Emilia Romagna, Piero Ragazzini segretario
generale Cisl regionale, l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni e il segretario generale Uila nazionale Stefano Mantegazza.

La protesta sindacale (otto ore di sciopero nazionale) è diretta contro le scelte del Governo in materia di previdenza agricola e contro il taglio
degli unici ammortizzatori sociali esistenti in agricoltura, ovvero l’indennità di disoccupazione (che dal gennaio 2006 avrà un ingiusto tetto
massimale introdotto con la finanziaria 2005) e le tutele previste in caso di calamità naturali eccezionali (legge 223/91, abrogata nel 2004) che
vanno ripristinate. Questi tagli si rivelano ancor più assurdi di fronte alla pesante crisi del settore avicolo.

Sulla previdenza agricola Fai, Flai e Uila accusano il Governo di un vero e proprio blitz con la presentazione di una proposta di riforma del tutto
unilaterale, attraverso un maxiemendamento alla Finanziaria 2006, basata sulla riduzione delle aliquote contributive per le imprese agricole, sul
condono previdenziale, sulla revisione dei trattamenti di disoccupazione.
“Si vogliono togliere soldi ai lavoratori per diminuire il costo del lavoro per le imprese, una strada sbagliata e inaccettabile”, sottolineano i
sindacati, che chiedono un confronto vero con il governo in materia.