I sindaci dei comuni modenesi del distretto ceramico, dichiarano:

“Le Amministrazioni Comunali di Fiorano Modenese, Formigine, Maranello e Sassuolo aderiscono allo sciopero generale del 25 novembre, indetto dalle associazioni sindacali Cisl, Cgil e Uil perché condividono la protesta contro le scelte di un governo che si rivela incapace di ridare spinta ed energia all’Italia.

La Finanziaria 2006 peggiora il debito pubblico, allontana la ripresa economica e lo sviluppo, taglia le risorse per le infrastrutture, penalizza gli ammortizzatori sociali, riduce di 100.000 i posti di lavoro precari nella pubblica amministrazione e si rivela punitiva per gli enti locali, costretti da vincoli che minano l’autonomia impositiva e condizionano pesantemente le scelte in materia di imposizione locale.

Il Governo cerca di mascherare i veri limiti di questa Finanziaria lanciando slogan come “la casa per tutti”, quando in questa legislatura la costruzione di abitazioni di edilizia popolare si è notevolmente ridotta e i trasferimenti alle Regioni per l’edilizia sono calati del 55%.
Noi ci opponiamo ad una manovra punitiva per i cittadini e rigettiamo le accuse rivolte agli enti locali: abbiamo rispettato tutti i parametri di stabilità che lo stesso governo aveva imposto e abbiamo bilanci sani in pareggio nonostante i continui cali di risorse e la mancanza di autonomia fiscale. Il Governo infatti tace che il rispetto del patto di stabilità è venuto prevalentemente dal comportamento virtuoso degli enti locali e che il 70% degli investimenti in Italia è opera degli stessi enti locali. E’ necessario introdurre meccanismi in grado di valutare e promuovere diversamente la virtuosità finanziaria degli enti, a partire dal livello di indebitamento, il costo del lavoro e l’autonomia finanziaria, quali elementi utili per modulare in maniera coerente con gli obiettivi, il risanamento dei conti pubblici.
Doveva essere il governo del federalismo ed è invece un governo che accentra sempre più la gestione delle risorse: Il deficit dello stato non è colpa delle autonomie locali: da quattro anni la spesa per comuni e province continua a calare.



I tagli incideranno sulla spesa corrente, colpendo i servizi sociali, i servizi educativi e scolastici, il sistema di welfare, le politiche del personale ma anche gli investimenti e le spese per la sanità, generando serie conseguenze alle nostre comunità e in particolare ai cittadini più deboli.
Per questi motivi il 25 novembre saremo al fianco dei lavoratori e dell’Italia che vuole andare avanti per fare ripartire l’economia con politiche per il lavoro e per le imprese, per salvaguardare la coesione sociale come fattore di sviluppo, per aiutare i cittadini maggiormente in difficoltà, per favorire l’innovazione e la ricerca, per potenziare la scuola e la formazione, per garantire a ognuno pari diritti, pari doveri e pari opportunità”.