Ha posto interessanti temi sullo sviluppo del distretto la ricerca “La competitività delle imprese nel sistema produttivo locale delle ceramiche”, presentata questa mattina a palazzo Ducale. Sono stati illustrati i dati raccolti nel distretto delle piastrelle in relazione al progetto ‘Desk’, District and local enhancement through sharing knowledge.

Il sindaco Graziano Pattuzzi ha introdotto la mattinata ricordando l’evoluzione del comprensorio verso una produzione di fascia medio-alta.
“Altro dato che emerge – ha spiegato Pattuzzi – è il forte tasso di industrializzazione della zona sassolese, che si conferma, ma al quale si affianca un altrettanto forte processo di terziarizzazione. Abbiamo poi nel distretto un’evidente differenza fra imprese che si rapportano con le sfide della globalizzazione e altre che sono i ritardo sotto questo aspetto. Per fare in modo che tutte accettino la sfida, le istituzioni possono agire sul sostegno a interventi di ricerca e sviluppo, internazionalizzazione di rete, anche se non tutte le azioni possono trovare adeguata copertura n termini di risorse pubbliche”.

Dopo l’intervento di Mauro Minozzi, della Cna di Sassuolo, si è passati all’illustrazione della ricerca, che ha rapportato i dati della ceramica sassolese a quelli di altri otto distretti produttivi (fra cui calzature, nautica, plastica, tessile, biomedicale, packaging), centrata soprattutto sull’efficacia della relazione e conoscenza all’interno del distretto, e ha evidenziato uno stato di salute generale buono del sistema produttivo locale.
Esistono in effetti aziende che viaggiano a due velocità. Le maggiori (la media di addetti del campione analizzato, 90 imprese, è di 65, più alta degli altri sistemi studiati) sono in grado di guidare uno sviluppo in senso internazionale intrattenendo allo stesso tempo rapporti proficui col territorio di riferimento, che considerano una risorsa. Hanno capacità di relazione con la loro rete di riferimento (istituzioni e imprese subfornitrici) e capacità di condividere la conoscenza impostando le loro scelte sulle prassi migliori rintracciate all’interno del sistema.
Dall’altro lato c’è un numero di imprese di piccole dimensioni, che pur conservando al loro interno alte competenze, e in molti casi autentiche genialità, non sono in grado di uscire dalla logica del distretto di antica memoria né di relazionarsi con il mondo esterno. Il divario fra imprese maggiori, fra le più virtuose dell’intero studio su nove distretti, e piccole, è evidente in molti campi.

Lo studio individua la necessità di interventi molto selettivi, non sull’intero sistema ma sulle sue debolezze: sulle cosiddette “imprese ostaggio”, perché si ricongiungano allo sviluppo in atto nel resto del sistema, visto che anche in queste realtà la capacità conoscitiva e realizzativa è comunque forte e presente; sulle imprese leader, per favorire pratiche ancora più articolate di co-progettazione e condivisione delle conoscenze.
L’assessore provinciale alle attività produttive Moena Diazzi ha chiuso la mattinata ricordando che “nel modenese abbiamo molti sistemi produttivi intraprendenti, con comportamenti molto diversi fra loro. Abbiamo quindi bisogno di ricerche come queste, per capire non solo i numeri dello sviluppo ma anche le dinamiche che lo governano”.