Il tasso di natalità delle imprese nel 2003 ha toccato il livello più basso (7,2% contro 7,4 dell’anno prima) che si sia registrato a partire
dal 1999 con poco pi di 277 mila nuove imprese. Un fenomeno che riguarda soprattutto il Sud e che si accompagna ad aumento della mortalità. E’
quanto rileva l’Istituto nazionale di statistica.


Continua la tendenza alla diminuzione del numero di nuove imprese che, tra il 2002 e il 2003, risulta pari a -2,1 per cento. Per la prima volta nell’anno 2002 si è registrato un turnover di imprese negativo dello 0,5 per cento.
La natalità si mantiene sostanzialmente stabile e con tassi superiori alla media nelle costruzioni e negli altri servizi (rispettivamente 9,5 per cento e 8,4 per cento), mentre si abbassa nel commercio e nell’industria in senso stretto (rispettivamente circa 4 mila e 3 mila unità in meno rispetto alle imprese nate nel 2002).

Nascono sempre meno imprese nel Sud e nelle Isole (l’8,0 per cento nel
2003 a fronte dell’8,6 per cento nel 2002), anche se con tassi ancora al di sopra della media nazionale; il calo risulta meno accentuato nel Centro e nel Nord-est (-0,2 punti percentuali per entrambe). Il Nord-ovest l’unica area in cui si manifesta una piccola ripresa: dopo il livello più basso raggiunto nel 2002 (6,6 per cento) il tasso di natalità si porta al 6,8 per cento.
Aumenta anche la mortalità delle imprese. In particolare, rispetto all’anno precedente, nel 2002 le cessazioni di unità aumentano del 9,1 per
cento raggiungendo un livello pari a 304 mila unità, con un tasso di mortalità che è del 7,9 per cento. Il fenomeno riguarda per lo più il settore degli altri servizi che, con circa 19 mila unità, incide per il 74 per cento; a seguire il commercio e l’industria in senso stretto (rispettivamente con 6 mila e 2 mila unit in più che cessano). All’opposto, nel settore delle costruzioni il numero di cessazioni si riduce di oltre 2 mila unità.

L’incremento della mortalità delle imprese si mantiene al di sopra della media nazionale (+0,6 per cento)nel Nord-ovest e nel Centro Italia
(rispettivamente +0,8 per cento e + 0,7 per cento) mentre risulta pi contenuto nel Nord-est e nel Sud e nelle Isole (rispettivamente +0,5 per cento e +0,6 per cento).
Le ripartizioni geografiche caratterizzate da tassi di mortalità pi elevati rispetto alla media nazionale continuano ad essere il Centro e il Sud e Isole. Appena il 60,3 per cento delle imprese nate nel 1999 sopravvive nel 2003 e la perdita pi elevata di unit avviene nei primi due anni di vita: nel
primo e nel secondo anno non sopravvivono rispettivamente l’11,6 e l’11,8 per cento delle nuove nate mentre il tasso scende all’8,8 per cento nel terzo e al 7,5 per cento nel quarto anno. Le pi “longeve” sono quelle attive nel settore industriale e quelle localizzate nel Nord-est (64,1 per cento), mentre quelle che mostrano le percentuali pi basse di sopravvivenza operano
nel settore degli altri servizi ed hanno sede nel Centro e nel Mezzogiorno dove ne sopravvivono soltanto il 58,1 per cento, fin dai primi anni di vita.

A livello regionale, Lazio e Campania presentano i tassi di natalit più alti nel 2003, pari rispettivamente a 8,9 e 8,7 per cento e in particolare il Piemonte rileva un incremento del tasso di natalità che passa dal 6,4 per cento nel 2002 al 6,7 per cento nel 2003. In generale
nel Nord-est i tassi sono mediamente pi contenuti mentre nelle regioni del Centro assumono valori piuttosto simili (intorno al 6,5 per cento) con
l’eccezione del Lazio (8,9 per cento). Tra le regioni del Sud e Isole, il Molise (7,4 per cento) e la Basilicata (7,0) si collocano al di sotto della
media della ripartizione. Come nel 2003, anche nel 2002 erano le regioni del Sud e Isole quelle in cui si registravano i valori pi elevati di natalità e
mortalità.
Nelle imprese che sopravvivono aumenta il numero di addetti occupati rispetto a quelli presenti alla nascita che mediamente passa da 1,5 a 2,5.
Fra il 1999 e il 2003 le imprese che sopravvivono aumentano l’occupazione di oltre 170 mila unità (+66,8 per cento), mentre quelle non sopravvivono
perdono circa 144 mila addetti (il 36,1 per cento). La crescita più significativa dell’occupazione si rileva nelle imprese del Nord-ovest dove, nel 2003, la dimensione media pari a 2,8 addetti e nelle
attività dell’industria in senso stretto (passa da 2,1 nel 1999 a 4,3 addetti medi nel 2003), mentre il commercio si caratterizza come il settore
con una dimensione media pi bassa sia alla nascita (1,3 addetti) sia dopo quattro anni (1,8 addetti). Complessivamente, il contributo delle imprese
nate nel 1999 all’occupazione del 2003 positivo e pari ad oltre 26 mila unità.