Il nome dell’operazione ‘Dead row – binario morto’ è da poliziesco americano, ma lo scenario dell’indagine, che ha portato al sequestro di oltre tre chili e mezzo di droga e all’arresto di 27 persone, è quello della periferia nord di Bologna.

Nel mirino degli investigatori della squadra Mobile del capoluogo emiliano è infatti finita una delle
zone della città più colpite dallo spaccio di eroina e cocaina: le strade fra via Corticella, via Ferrarese e via Tibaldi, e alcune aree dismesse delle ferrovie, dove spesso avvenivano gli scambi di droga fra i grossisti e i pusher.
Nei tre mesi di indagini e appostamenti le manette sono scattate ai polsi di 10 cittadini albanesi, ritenuti i principali fornitori dello stupefacente, e 15 nordafricani, che si occupavano invece dello spaccio al dettaglio.

Complessivamente sono stati sequestrati, in varie fasi, due chili e 600 grammi di cocaina e un chilo di eroina. Le figure di spicco nell’organizzazione sarebbero state, da un lato, quella dell’albanese
Leonard Ndoj, 29 anni, al quale è stato trovata gran parte dell’eroina, mentre al vetrice fra i magrebini ci sarebbe stato Aouji Slim Ben Mohamed, tunisino di 27 anni, l’unico degli arrestati che era in possesso di un’arma, una pistola semiautomatica calibro 7.75, di provenienza illecita.
In carcere sono finiti anche due italiani: Angelo Massimo Falsone, 32 anni, di Agrigento, gestore di un bar nel centro storico, e Filippo Faccioli, 31 anni, bolognese, pure loro con un ruolo giudicato subalterno rispetto agli albanesi.
Per tutti le accuse sono di spaccio e detenzione a
fini di spaccio di stupefacenti.
Tra gli arrestati, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, questa volta non c’era una struttura rigida, ma un rapporto molto fluttuante e legato a dinamiche prettamente commerciali. La supremazia
degli albanesi non sarebbe stata infatti ottenuta con la forza, ma solo perchè erano in grado di fornire droga di buona qualità ai prezzi migliori.

L’operazione ‘Dead row’, che ha portato complessivamente a 34 provvedimenti (fra fermi, arresti e ordinanze di custodia) a carico dei 27 indagati, è stata coordinata dal Pm Elisabetta Melotti della Procura di Bologna.