Dal 6 al 12 novembre tornerà a Bologna, dopo trentuno anni di interruzione, il ‘Bologna Jazz Festival‘, che si è svolto nell’attuale città europea della musica dal 1958 al 1975, organizzato dall’associazione ‘Bologna in Musica’.

“Abbiamo avuto questa idea prima di sapere del riconoscimento Unesco – sottolinea l’assessore
comunale alla cultura Angelo Guglielmi – perchè mossi dalla volontà di risuscitare illustri tradizioni che si erano andate incomprensibilmente
spegnendo, portando perdite gravi in termini culturali e di prestigio della città”.

“Il jazz a Bologna non è mai morto – aggiunge l’assessore regionale alla cultura Alberto Ronchi – c’era solo bisogno di riaccendere il fuoco. E ci
siamo riusciti grazie alla collaborazione fra i club e le realtà locali. In momenti di ristrettezza come questo – conclude – non devono esserci
rivalità, ma solo sinergie”.
Molti i nomi di rilevanza internazionale che si alterneranno sul palco del teatro Duse e nei più noti jazz club nel ‘round midnight’, come Cassandra Wilson, nella sua unica data italiana, Steve Grossman, da 30 anni residente sotto le due torri, e Piero Odorici, bolgnese.

Per la manifestazione sono arrivati 70 mila euro dal Comune di Bologna, altrettanti dalla Regione Emilia Romagna, 25 mila euro dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, 10 mila euro da Legacoop e altri contributi da sponsor minori, per un totale di 170 mila euro circa. La collaborazione con Arstud, l’azienda regionale per il diritto allo studio universitario, i minori di 30 anni si vedranno
dimezzato il costo dei biglietti, e alcuni ingressi omaggio saranno a disposizione dei beneficiari di borse di studio, allo scopo di avvicinare i più giovani al genere. Parallelamente ai primi tre giorni di rassegna, al cinema Lumiere saranno riproposte molte ‘jazz fiction’ e immagini delle
star degli albori, da Duke Ellington a Miles Davis.