Il velo delle donne islamiche come prodotto dell’integralismo e simbolo dell’oppressione o simbolo religioso? Può la libertà di pensiero, di coscienza, di culto rappresentare una minaccia all’identità di un popolo, di una nazione? Su questi ed altri interrogativi si confronteranno sabato prossimo i Gruppi provinciali di Bologna e comunali di Imola di AN e di FI nel convegno “La donna negata” presso l’Hotel Molino Rosso di Imola alle ore 20.30.
“Non abbiamo alcuna difficoltà a definire patologie delle religioni quegli atteggiamenti oltranzisti che sono figli di un’interpretazione impropria e non veritiera dei testi sacri – affermano Angela Labanca (consigliere provinciale di FI) e Claudia Rubini (consigliere provinciale di AN) ideatrici della serata.
Guerre fra religioni e terrorismo sono senza dubbio gli aspetti che più emergono fra questi fenomeni, ma non dobbiamo dimenticare, anzi vogliamo denunciare le violenze esercitate nei confronti del mondo femminile da parte di certo mondo islamico.
In Italia ci sono 500 mila donne islamiche che vivono in condizioni di soggezione, oppresse da una cultura dominante: è per loro che il velo di silenzio deve essere squarciato”.
La serata sarà conclusa dall’intervento dell’on. Giuseppe Consolo di AN che è stato l’estensore della legge che, nel gennaio del 2006, ha finalmente vietato in Italia l’atroce pratica dell’infibulazione.