Venti strutture ispezionate dai carabinieri, e solo in due di esse (a Fiorenzuola e Piacenza) sono emersi
rilievi non marginali. E’ il bilancio dell’attività dei Nas svoltasi nelle giornate dell’8 e 9 gennaio 2007 presso le Aziende Ospedaliero-Universitarie di Parma, Modena, Bologna e Ferrara , la Azienda
Ospedaliera di Reggio Emilia , l’Irccs Istituti Ortopedici Rizzoli e presso gli ospedali di Piacenza, Fiorenzuola (Pc), Fidenza (Pr), Guastalla
(Re), Carpi (Mo), Bologna-ospedale Maggiore,
Bologna-ospedale Bellaria, Porretta Terme, Vergato, Imola (compresa la struttura psichiatrica “Villa dei Fiori”), Forlì, Cesena, Faenza (Ra), Lugo (Ra) e Rimini.


“Complessivamente la situazione degli ospedali si conferma come buona e sicura – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche per la salute,
Giovanni Bissoni -. Delle 20 strutture visitate, 10 sono promosse a pieni voti, 9 hanno avuto qualche rilievo marginale ma non preoccupante né per la qualità dell’assistenza nè per la sicurezza. Gli
unici problemi sono stati segnalati a Piacenza e Fiorenzuola, perassenza di maniglioni antipanico in locali di servizio”.

L’analisi di quanto rilevato indica dunque che non sono state individuate situazioni che mettano a rischio la salute dei pazienti o la regolare erogazione della assistenza sanitaria. Anche i controlli sui farmaci e sugli stupefacenti non hanno fatto registrare alcuna anomalia. Numerose situazioni segnalate come necessitanti di interventi
migliorativi si collocano in Aziende ove sono aperti cantieri finalizzati a lavori che risolveranno le criticità segnalate (p.es. Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, di Parma, di Modena,
ospedale di Fiorenzuola, di Cesena, di Rimini, Cattolica (Rn).

“In alcuni casi – ha aggiunto l’assessore – si tratterà probabilmente di aggiornare le direttive della Regione, ad esempio per le modalità di
smaltimento dei rifiuti o per la separazione dello sporco dal pulito. Stiamo anche ragionando, visto che stiamo preparando una legge regionale
sul fumo, di inserire tutte le aree ospedaliere nel divieto di fumo, non solo gli ambienti chiusi. Il tema del fumo è pari almeno a un terzo dei
rilievi segnalati. Richiameremo i dipartimenti di sanità pubblica ad inserire gli ospedali nelle visite periodiche per la verifica delle condizioni igienico sanitarie. Ma vorrei sottolineare che l’attenzione dei
Nas si è focalizzata sulle questioni di sicurezza e su quelle igienico-sanitarie: c’è invece tutto il tema delle infezioni ospedaliere, su cui la Regione può vantare dati di attività di assoluta eccellenza, in campo nazionale e non solo”.

Programma regionale prevenzione e controllo infezioni
Un programma specifico mirato a monitorare quella piccolala quota di infezioni che è prevenibile (stimata mediamente intorno al 30% del totale,
quelle associate a comportamenti assistenziali non corretti o a procedure invasive) e ad individuare tutte le manovre che possono creare costituire
un rischio, definire linee guida, lavorare con gli operatori e fare formazione.
E’ questo l’impegno della Regione Emilia-Romagna, in atto da sei anni con il coordinamento dall’Area di programma rischio infettivo dell’Agenzia sanitaria regionale, per ridurre il rischio di complicanze
nei processi assistenziali. Si tratta di un piano di avanguardia, unico in Italia, che riguarda non solo gli ospedali, pubblici e privati, ma anche
le strutture residenziali. Alla base del piano sta la
consapevolezza che l’assistenza sanitaria comporta rischi non eliminabili, ma che è doveroso ridurre quelli evitabili attraverso la promozione di pratiche assistenziali sicure e la valutazione continua
della qualità.
I piani di prevenzione e controllo per l’accreditamento, i Comitati aziendali di controllo delle infezioni, i sistemi di sorveglianza
Tutte le strutture sanitarie, per essere accreditate autorizzate dal Servizio sanitario regionale ad operare, devono aver predisposto un piano
operativo per la prevenzione e il controllo delle infezioni e aver definito protocolli e procedure specifiche. In aggiunta a ciò, In particolare le aree ospedaliere ad alto rischio, quali la chirurgia e la
terapia intensiva, per essere accreditate dal Servizio sanitario regionalesempre ai fini dell’accreditamento, devono attivare sistemi di
sorveglianza delle infezioni per valutare l’esito degli interventi effettuati.
Tutte le Aziende sanitarie hanno istituito un Comitato di controllo delle infezioni. I Comitati aziendali sono parte di una rete regionale e si
riuniscono periodicamente per confrontare esperienze, problemi, ed individuare soluzioni. I sistemi di sorveglianza predisposti pongono
l’Emilia-Romagna all’avanguardia nel panorama italiano ed in linea con le raccomandazioni della Comunità europea.
Il primo, a regime – e unico in Italia per estensione e caratteristiche – consiste nel collegamento in rete dei 17 maggiori laboratori ospedalieri di microbiologia della regione. Sono poi stati istituiti
sistemi di sorveglianza a livello regionale per aree assistenziali in cui il nelle quali è più elevato il rischio di infezioni prevenibili in particolare perché legate a procedure invasive. Il sistema di
sorveglianza sugli interventi chirurgici è già partito sperimentalmente in nove nove Aziende sanitarie (Aziende Ospedaliero-Universitarie di Modena e
Ferrara; Aziende Usl di Ferrara, Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini, Reggio Emilia, Imola); negli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna, nelle case di cura Hesperia di Modena e Villa Torri di Bologna).
Prevede la formazione specifica per gli operatori (già formati circa 600 tra medici e infermieri) oltre a un sistema di rilevazione dei dati che fornirà i primi report a livello regionale a
settembre. La sperimentazione del sistema di sorveglianza sulle terapie intensive partirà nei prossimi mesi; i primi dati sono previsti per la
fine del 2007.
Le azioni di miglioramento, la formazione, i programmi “Cure pulite sono cure sicure”, “Prevenzione e controllo delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie”. Azioni di miglioramento in specifici ambiti sono state avviate nei servizi di endoscopia, nei reparti chirurgici, nelle terapie intensive, nelle strutture residenziali per anziani. La formazione ha coinvolto fino ad ora
circa 5000 operatori medici e infermieristici di tutte le Aziende sanitarie.
L’Emilia-Romagna è coordinatrice, a livello nazionale, della campagna dell’Oms “Cure pulite sono cure sicure”: nel 2007 questa campagna sarà
concentrata sull’igiene delle mani con utilizzo di soluzioni alcoliche. Hanno già aderito 8 Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, le altre
aderiranno nei prossimi mesi. La Regione Emilia-Romagna è inoltre capofila del progetto, promosso dal Centro per la prevenzione e il
controllo delle malattie del Ministero della salute, per la “Pprevenzione e il controllo delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie” che vede la partecipazione di tutte le Regioni italiane.