Una organizzazione che trafficava a
livello internazionale reperti archeologici tra la Sicilia, l’Europa e gli Stati Uniti è stata sgominata dal Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale della Sicilia e dalla compagnia della Guardia di Finanza di Gela (Cl).

I militari hanno eseguito, su disposizione del gip del tribunale nisseno Lirio Conti al termine dell’indagine ‘Ghelas’, 52 misure di custodia cautelare – per 27 degli indagati è stato previsto il carcere, per otto gli arresti domiciliari e per 17 persone l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – e 25 persone sono state denunciate a piede libero.



I provvedimenti, che riguardano anche professionisti, imprenditori, collezionisti e antiquari, sono stati eseguiti in Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere e ricettazione. Durante l’operazione gli investigatori hanno recuperato oltre 2.000 reperti archeologici di notevole valore.