Contro gli infortuni sul lavoro, in particolare nel settore dell’edilizia, la Cisl dell’Emilia-Romagna propone una sorta di patentino ad ogni lavoratore.


“Oggi per aprire un’impresa edile è sufficiente andare alla Camera di commercio, riempire un modulo, pagare le quote di iscrizione e si è abilitati a fare qualsiasi costruzione – spiega Franco Turri, della segreteria nazionale del sindacato edili della Cisl (Filca) -. Non ha importanza se fino a ieri si è fatto il barbiere, il pizzaiolo o il tranviere”. Qualsiasi persona, anche senza un livello minimo di formazione, secondo il sindacalista “può assumere gente e costruire case, ponti, fognature, senza avere alcuna nozione di sicurezza. Questo può portare gravi conseguenze. Come si nota chiaramente in Emilia-Romagna, dove la struttura delle imprese molto frammentaria”.
Da qui la necessità, secondo il sindacato edili della Cisl, di fare un corso di formazione ed ottenere un’abilitazione (patente) per aprire un’impresa edile.


“E’ importante – osserva Turri – per i lavoratori sul versante sicurezza; per i cittadini utenti su quello della qualità delle opere realizzare; per le amministrazioni pubbliche o i committenti circa la certezza dei costi che possono fornire solo professionisti abilitati e seri”.
Del resto, continua Turri “per guidare necessario avere la patente. Per averla bisogna frequentare un corso (teorico e pratico) con la scuola guida ed un istruttore. C’è poi l’abilitazione rilasciata per la patente. E questa patente soggetta a sanzioni: può essere sospesa, ritirata, ridotta di punti. Lo stesso vogliamo accada per l’impresa edile”.