I Sindacati provinciali dell’agroalimentare Fai/Cisl, Flai/Cgil e Uila/Uil, hanno dichiarato 8 ore di sciopero, venerdì 22 giugno, contro la terziarizzazione e gli appalti di manodopera nelle aziende della lavorazione carni e salumi.


L’azione di lotta coinvolge circa 5.000 addetti distribuiti in un centinaio di imprese modenesi, in buona parte concentrate nel distretto alimentare
delle “Terre dei Castelli”, tra Castelnuovo Rangone, Vignola, Spilamberto, Castelvetro, uno dei più importanti a livello europeo.
Alle ore 9.30 in piazza Papa Giovanni XXIII a Castelnuovo Rangone – la piazza con il “monumento al maiale”- è prevista una manifestazione in cui interverranno Enio Rovatti segretario provinciale Uila/Uil Modena, Mario
Zoin della segreteria Fai/Cisl Modena e Giordano Giovannini segretario regionale Flai/Cgil Emilia Romagna.

Dopo quasi 12 mesi dalla presentazione della bozza di Protocollo d’intesa delle organizzazioni sindacali di categoria, per cercare di affrontare il
tema della somministrazione irregolare di manodopera attraverso appalti a false cooperative o a pseudo-imprese, non si è registrato nessun miglioramento.
Dopo aver a lungo cercato un confronto, rilevatosi estenuante, faticoso ed improduttivo, con le Associazioni Imprenditoriali del settore e dopo aver
sensibilizzato ed informato le Istituzioni locali (Presidente della Provincia, Sindaci dell’Unione “Terre di Castelli”, Direzione Provinciale
del Lavoro e INPS) sulle ragioni della rottura del confronto con gli imprenditori, Fai/Cisl, Flai/Cgil e Uila/Uil devono, purtroppo, registrare
una situazione di preoccupante disinteresse.

I sindacati di categoria hanno dovuto riscontrare l’indisponibilità e l’indifferenza ad affrontare un tema socialmente delicato, quanto dannoso per l’intero comparto della lavorazione carni e salumi, quale la pratica della terziarizzazione di attività produttive e degli appalti di manodopera, una realtà ormai diffusa nella maggior parte delle aziende del distretto alimentare modenese. Realtà oggetto di innumerevoli segnalazioni/denunce e malgrado le continue richieste di riscontri alle autorità competenti, le aziende continuano ad appaltare parti del processo produttivo e singole mansioni.

Le associazioni delle imprese continuano ad asserire che non esiste un problema di legalità, mentre il sindacato è convinto di trovarsi di fronte
ad una somministrazione illecita di manodopera e ad un modello organizzativo dannoso e pericoloso per tutto il comparto con risvolti negativi, oltre che per i lavoratori, per la stessa concorrenza fra le imprese.
I sindacati dell’agroalimentare modenese scioperano contro chi utilizza irregolarmente i lavoratori attraverso false cooperative di facchinaggio che impoveriscono il lavoro, la professionalità e la coesione sociale nel
nostro territorio. Chiedono un diverso atteggiamento delle Associazioni degli industriali che rappresentano tutte le imprese del settore, le quali continuano a negare il fenomeno.