300 le pensioni che l’anno scorso continuavano ad essere pagate in Emilia Romagna a persone già decedute. Il caso limite è quello di un ‘supernonno’ che nel 2006 avrebbe avuto 115 anni e al quale l’Inps continuava a erogare la pensione.


La scoperta è stata fatta dal Nucleo controllo spesa pubblica e repressione frodi della Guardia di
Finanza di Roma e ora la vicenda è arrivata sui tavoli della Procura di Bologna.
Lo speciale nucleo delle Fiamme Gialle ha compiuto complessi accertamenti statistici sui pagamenti delle pensioni, e gli esiti sono stati poi riferiti alla Procura di Roma. I magistrati romani hanno quindi smistato alle varie Procure italiane gli
elementi di rispettiva competenza, visto che si è trattato di un lavoro su scala nazionale.

I dati si riferiscono al 2006 e, appunto, in Emilia-Romagna sono emersi 300 casi di morti che percepivano la pensione Inps, con il caso record dell’uomo che avrebbe raggiunto i 115 se fosse stato ancora in vita. Poichè il lavoro del Nucleo controllo spesa pubblica è prettamente statistico e preliminare, la Procura di Bologna – che probabilmente delegherà alle indagini la Guardia di Finanza del capoluogo emiliano – organizzerà il lavoro per scendere nel concreto dettaglio, ricavando da dati prettamente statistici i
nomi dei deceduti a cui è stata erogata la pensione e le città dove abitavano, che ora mancano. In base alle città, poi, sarà stabilita la competenza delle varie Procure della regione. Gli ulteriori accertamenti dovranno verificare se ci sono parenti
dei morti che si appropriavano del denaro delle pensioni riscosse in modo illecito.