Il Consiglio provinciale ha unanimemente condannato la repressione della protesta organizzata da migliaia di cittadini e monaci birmani da parte della giunta militare, in un ordine del giorno presentato nella seduta di
ieri da tutti i gruppi consiliari.
Il documento, che ricorda “il terribile bagno di sangue nel quale è stato soffocato nel 1988 il movimento studentesco di protesta con oltre tremila
di persone uccise”, chiede “l’immediata liberazione dei monaci e dei cittadini detenuti dopo la manifestazione dei giorni scorsi”. L’odg esprime “la propria totale solidarietà alla popolazione tutta e in particolare ai monaci buddisti che hanno pagato la loro pacifica dimostrazione con uccisioni, violenze ed arresti”; sostiene inoltre “con convinzione
l’iniziativa assunta dall’Unione europea e dalla comunità internazionale, volta far cessare immediatamente le violenze dei militari ed a creare le condizioni affinché il popolo birmano possa vivere senza soprusi e miseria, siano ripristinati in quel paese i diritti civili e politici, e
riconosciuti i risultati elettorali che avevano indicato col consenso popolare il governo di Aung San Suu Kyi; infine, che sia finalmente
restituita la libertà al Premio Nobel per la pace.
Come segno di solidarietà verso il popolo birmano, i consiglieri hanno indossato un fiocco rosso.