«A Modena delle 1500 tonnellate di polveri fini emesse nell’aria in un anno, oltre mille sono dovute alle automobili, 400 all’industria e meno di cento al riscaldamento civile. L’emergenza smog a Modena riguarda soprattutto questo tipo di inquinante e tutte le ricerche confermano che la causa principale è il traffico». E’ il commento Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, a proposito delle affermazioni del presidente dell’Aci di Modena Angelo Orlandi, apparse sulla stampa, sul contributo minimo delle auto allo smog, rispetto ad altre fonti.


«Il traffico – prosegue Caldana – resta il maggiore responsabile degli alti livelli delle polveri sottili. E’ vero, come sostiene Orlandi, che le automobili moderne inquinano meno di quelle del passato, così come è vero che la qualità dell’aria a Modena è migliorata rispetto a dieci anni fa, anche grazie alle politiche degli enti locali. Tuttavia ogni anno la Ue, abbassando i limiti di tolleranza, ci richiama giustamente ad una sempre maggiore attenzione. E a Modena, dall’inizio dell’anno, abbiamo superato per 78 giorni il limite di legge stabilito per le polveri sottili, quando il numero massimo è 35».

Per Caldana «le limitazioni al traffico sono provvedimenti di emergenza, adottati peraltro in diverse città in tutto il mondo, che non risolvono certo un problema con implicazioni non solo locali: il territorio modenese, per esempio, è attraversato da due autostrade tra le più congestionate d’Europa. Poi c’è il tema di come spostare quote sempre più rilevanti di trasporto dalla gomma alla ferrovia, con scelte anche qui che possono essere prese solo a livello regionale o nazionale. Nonostante queste oggettive difficoltà – osserva Caldana – la Provincia di Modena, ha adottato il primo Piano di risanamento dell’aria con l’obiettivo di avviare misure strutturali per ridurre le emissioni, soprattutto quelle dovute al traffico, ma non solo: sono previste misure anche per le fonti industriali e da riscaldamento civile».

Tra queste bus navetta nelle aree industriali, il potenziamento dei controlli sulle emissioni delle imprese, aree artigianali costruite con criteri ambientali, l’avvio di uno studio sull’influenza delle polveri sottili sulla salute dei bambini e il monitoraggio delle polveri pm 2,5 ancora più sottili, che sta partendo in questi giorni. «Una manovra – conclude Caldana – che affronta tutte le cause principali della scadente qualità dell’aria a Modena, non solo il traffico»