Il Consiglio provinciale ha approvato nella seduta di ieri la delibera che determina le indennità per i rappresentati dei Consiglio degli stranieri e
apolidi, organismo eletto il 2 dicembre scorso e insediatosi formalmente l’8 febbraio. Il documento ha ricevuto 21 voti favorevoli (Pd, Sd, Rc, IdV, PdCi, Verdi) e 8 contrari (An-PdL, FI-PdL, GdL).


Sono previste indennità annue per il presidente del Consiglio di 2.500 euro, per il vicepresidente di 1.800 euro, per il consigliere che parteciperà ai lavori del Circondario imolese di 1.500 euro.
Ai consiglieri, invece, andrà il gettone di presenza di 95 euro lordi, la stessa cifra dei consiglieri provinciali. Per quelli stranieri, tuttavia, è previsto un tetto massimo di 700 euro e di 1.500 euro per i componenti dell’Ufficio di presidenza. Tale somma sarà decurtata in proporzione alle assenze fatte se superiori al 10% delle riunioni formalmente convocate;
comunque, l’indennità non potrà essere superiore all’importo del gettone di presenza determinato per i consiglieri provinciali, moltiplicato per le
giornate di effettiva presenza; inoltre, non potranno beneficiare dall’aspettativa dal lavoro, perché non previsto dalla legge.
I lavori del Consiglio degli stranieri e apolidi, che si dovrà riunire almeno tre volte l’anno, non ha ancora aperto i suoi lavori perché, per ben
due sedute successive, c’è stata la fumata nera sull’elezione del presidente del Consiglio: nessuno ha ottenuto i due terzi dei voti
necessari.
Il nuovo organismo, è stato eletto in libere elezioni che hanno visto la partecipazione di oltre 9.200 elettori, dei circa 43.000 ufficialmente residenti nella provincia di Bologna: una partecipazione al voto di poco
superiore al 21%, con una percentuale di poco inferiore al 17% tra le donne e del 25,2% tra gli uomini, che è stata considerata buona da tutti gli
osservatori e di buon auspicio per il futuro. Alla competizione elettorale hanno partecipato ben 32 liste con 275 candidati.
Il Consiglio dei cittadini stranieri ed apolidi della Provincia di Bologna dovrà concorrere alla formazione delle politiche dell’amministrazione
provinciale, esercitando funzioni consultive e propositive volte a promuovere la piena integrazione degli stranieri nella società bolognese.
Potrà esprimere pareri e proposte su tutte le materie di competenza del Consiglio provinciale. Il suo parere sarà obbligatorio sulle proposte di
bilancio preventivo e sulle spese riguardanti le politiche per gli stranieri. Opererà attraverso tre organismi: l’assemblea, composta da trenta membri, il presidente e l’Ufficio di presidenza, composto invece da
cinque membri: il presidente, il vicepresidente e tre consiglieri.