Al via i “caschi blu” del patrimonio artistico, in difesa dei castelli crociati del sud del Libano, così come dei monasteri ortodossi nel Kosovo occidentale, o dei resti di una torre monumentale della Persia pre-islamica nel Kurdistan. Nasce una scuola per la tutela dei beni culturali nelle aree di crisi: organizzata dall’Universita’ di Bologna in collaborazione con l’esercito italiano, si terrà dal 15 al 17 aprile presso l’Accademia militare di Modena.


Prima a partire delle cinquanta summer school messe in campo quest’anno dall’Alma Mater, il corso è aperto a 50 allievi, metà militari meà’ civili, così come i docenti provenienti sia dagli atenei di Bologna e Roma sia dalla Scuola di applicazione militare di Torino.

“Questa scuola segna l’avvio di una collaborazione sempre più stretta tra esercito e università per fare dei militari italiani un punto di riferimento nella difesa del patrimonio artistico e culturale mondiale anche per le forze armate degli altri paesi” spiega Antonio Panaino, preside della Facoltà di beni culturali e direttore della summer school.

Si partirà con l’illustrazione della Convenzione dell’Aja sulla tutela dei beni culturali in caso di guerra, adottata nel ’54, e si proseguirà con una rassegna delle attività sul campo dell’esercito italiano e degli studiosi degli atenei: da Gerusalemme a Samarcanda, dall’Irak alla valle tajika dello Yaghnob, dall’Albania all’Afghanistan, dall’Iran, al Libano, al Kosovo.

Le iscrizioni al corso sono aperte fino all’11 aprile: la partecipazione vale per gli studenti tre crediti formativi. Il costo è di 100 euro e copre solo il materiale didattico e la partecipazione ai corsi. Vitto e alloggio sono a carico degli allievi, ma si potrà consumare i pasti a prezzi convenzionati all’interno dell’Accademia militare di Modena, dove si terranno tutte le lezioni, in lingua italiana.