Nel primo trimestre la produzione manufatturiera regionale è aumentata solo dello 0,3% rispetto allo stesso periodo 2007. Nei 12 mesi precedenti la crescita era stata del 2,1%. La regione ha comunque mostrato una maggiore tenuta rispetto al Paese. Decisivo l’export con un aumento del 6,7%, che pone l’ Emilia-Romagna al secondo posto dopo la Lombardia tra le regioni italiane nelle esportazioni.

I dati fanno parte dell’indagine congiunturale sull’industria manufatturiera nel primo trimestre realizzata da Unioncamere, Carisbo e Confindustria.

Tra i vari settori il più dinamico si conferma quello meccanico mentre soffrono moda e legno. A sentire le difficoltà sono le imprese più piccole, con meno di 10 addetti, mentre le altre tengono (10-49 dipendenti) o crescono (oltre 50).”Il vero fattore di competitività – ha sottolineato il presidente di Unioncamere Andrea Zanlari – è l’essere inseriti in un contesto di filiera. E il collegamento ad un gruppo, per la committenza, la subfornitura, gli sbocchi di mercato, appare ormai più importante dell’ appartenenza ai distretti, anche se quelli nati in contesti territoriali ricchi continuano a reggere”.

Negli sbocchi esteri tiene il mercato europeo, quello Usa registra una leggera flessione e si espande il mercato Bric (Brasile, Russia, India, Cina) con un incremento verso l’ area cinese del 50%.

Tra i vari comparti, situazione negativa per le imprese artigiane manifatturiere (produzione -2,6% rispetto al primo trimestre 2007 e fatturato -2,1%), per la dimensione ridotta e la scarsa propensione all’ export.

Calo di fatturato (-2%) anche per le costruzioni (-4,2% il dato nazionale)ma le aziende più grandi, con più di 50 addetti, tengono.

Calo anche per il commercio, per la prima volta dal 2005, con una diminuzione delle vendite dello 0,1%. Flessioni per alimentari e abbigliamento ma anche in questo caso non per la grande distribuzione che continua a crescere.

Sul fronte del credito, in Emilia-Romagna, al contrario del dato nazionale, non ci sono rallentamenti nei prestiti a imprese e famiglie, in crescita del 10,4%, come nel precedente trimestre. “Non c’é quindi stretta creditizia né razionamento del credito – ha sottolineato il presidente di Carisbo Filippo Cavazzuti – e il rallentamento dell’ economia non è legato ad una frenata degli impieghi. Ma la politica del credito da sola non è sufficiente a rilanciare l’ economia reale che può crescere se cresce la produttività del sistema”.

Per la presidente di Confindustria Emilia-Romagna Anna Maria Artoni, “il 2008 si presenta come un anno difficile per l’ Emilia-Romagna, perché anche qui sta arrivando l’ onda lunga delle difficoltà internazionali con effetti sulla domanda interna e sui consumi”. Artoni ha ribadito la necessità di investimenti sulle infrastrutture come passante nord di Bologna, E45, E55, bretella Sassuolo-Campogalliano. “Sono sempre le stesse ma le soluzioni tardano a venire. Non si capisce che l’ Emilia-Romagna è al centro del sistema viario e produttivo nazionale e che investire qua vuol dire investire due volte”. E se lo si fa con attenzione al bello è un vantaggio in più. Interpellata sul progetto della nuova stazione di Bologna, la reggiana Artoni (citando i Ponti di Calatrava di Reggio Emilia) ha risposto che “l’ importante è che ci siano strutture efficienti. Poi, se sono anche belle, ne guadagnano la città e il modo di vivere di ciascuno”.