Tra l’”archivio dei sensi” e il “teatro della ragione” esiste una potenza intermedia che consente all’uomo, “divino camaleonte” – secondo la definizione di Gian Francesco Pico della Mirandola – di proiettarsi nel futuro,
inventare il nuovo e costruire miti collettivi. E’ la fantasia, potenza evocatrice e creatrice, capace di anticipare ciò che ancora non si vede, di
rivaleggiare con la natura nella creazione di cose artificiali e mondi di finzione, di immaginare l’inimmaginabile.
Sarà questo il filo conduttore delle lezioni magistrali dell’ottavo Festival filosofia, in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 19 al 21
settembre.
Nelle piazze e nelle chiese delle tre città, grandi maestri del pensiero contemporaneo si confronteranno con il pubblico su alcuni grandi temi che spaziano dai neuroni a specchio alle grandi utopie collettive,
dall’architettura come luogo dell’immaginazione sociale alle ragioni di chi rifiuta le figure fino alla immaginaria fondazione celtica della Padania. Ma
anche dal jazz al cinema, dalla letteratura alla moda maschile, dalla profezia alla qabbalah.

Remo Bodei (20/9 ore 21.30 – p.le Avanzini), supervisore scientifico del Festival, farà il punto sul concetto di avvenire parlando delle
utopie otto e novecentesche che hanno alimentato grandi speranze collettive, mentre Giacomo Marramao (21/9 ore 15.30 – Palazzo
Ducale)
spiegherà la difficoltà contemporanea di immaginare un futuro ormai “colonizzato” dalla globalizzazione e Roberto Esposito (21/9 ore 17.30 – p.le della Rosa) proporrà di considerare “l’impersonale”, spazio neutro e inclusivo che rinvia all’originaria unità del vivente, come luogo di possibile innovazione sociale.



All’utopia dell’uomo civico, che ha cura attiva dei beni comuni e degli spazi pubblici, sarà dedicata la riflessione di Franco Cassano (21/9 ore 10 – Palazzo Ducale), mentre Marc Augé (21/9 ore 11.30 p.le della Rosa) parlerà dell’architettura come luogo
dell’immaginazione sociale e della costruzione dell’avvenire. Allo stupore dell’evento come fatto inventivo che si stacca dalla catena del
rapporto tra causa ed effetto sarà dedicata la lezione di Sergio Givone (20/9 ore 10 – Palazzo Ducale).

Un importante capitolo del Festival sarà riservato al rapporto tra verità e finzione, realtà e artificio. Ragionando sulla differenza tra imitare e
copiare, Salvatore Natoli (20/9 ore 11.30 – p.le della Rosa)farà emergere come l’uomo, per non naufragare nelle apparenze, debba “inventare” verità e
“costruire” immagini di realtà, mentre Maurizio Ferraris (19/9 ore 11- p.le Avanzini) mostrerà il ruolo della memoria in questa edificazione
tutta umana.



Ancora al funzionamento della potenza immaginativa saranno orientati gli interventi di Christoph Wulf (19/9 ore 17.30 – p.le della Rosa), che mostrerà il fondamento antropologico dell’immaginazione, radicato nelle azioni e nei rituali sociali. Ampio anche il capitolo che riguarda la teoria e la fondazione dell’immagine. Giulio Busi (20/9 ore 15.30 – Palazzo Ducale) illustrerà l’idea del “Dio disegnatore” e della nascita del mondo come opera d’arte secondo la tradizione qabbalistica ebraica, mentre Umberto Galimberti (20/9 ore 17.30 – p.le della Rosa) esaminerà il rapporto tra creatività e follia come sintomo della lacerazione che segna la condizione umana. Domenico De Masi (19/9 ore 15.30 – Palazzo Ducale) analizzerà la dimensione creativa delle organizzazioni e delle attività umane interrogando i modelli più influenti che – al di qua e al di là dell’Oceano – hanno presieduto alla produzione di idee originali e di beni in serie.

A Modena le lezioni magistrali del Festival filosofia previste in piazza Grande saranno trasmesse su grande schermo nella chiesa di San Carlo e viceversa. In
caso di maltempo le lezioni programmate in piazza Grande si svolgeranno nella tenda di piazza Roma e saranno visibili sui grandi schemi di piazza Grande e
della chiesa di San Carlo.
A Carpi, in caso di maltempo, le lezioni si trasferiranno nella tenda di piazzale Re Astolfo e a Sassuolo nella tenda di piazzale Avanzini.