Da gennaio a ottobre 2008 sono state duecento le donne che hanno contattato il centro Casa delle donne contro la violenza di Modena e 110 quelle che hanno richiesto un sostegno o intrapreso un percorso di uscita dalla violenza. È questo uno dei risultati concreti della prima fase di applicazione del piano strategico provinciale contro la violenza alle donne che, diffondendo sul territorio informazioni e buone pratiche ha favorito tra le altre cose l’emersione degli episodi di violenza.

«La sensibilità che siamo riusciti a creare ci ha permesso di moltiplicare e integrare le forze per prevenire e combattere il fenomeno della violenza sulle donne» ha affermato Palma Costi, assessore provinciale alle Pari opportunità, illustrando nei giorni scorsi al consiglio provinciale i risultati del primo anno di applicazione del Piano strategico provinciale contro la violenza attivato in occasione della giornata dell’Onu contro la violenza che si celebra il 25 novembre.
Contestualmente l’assessore Costi ha dato conto al Consiglio provinciale anche dei primi mesi di applicazione del Piano provinciale per l’integrazione delle donne immigrate (comunicato n. 1450) e sono stati presentati i report della Commissione provinciale delle pari opportunità e delle consigliere di parità ai quali è seguito il dibattito.

Obiettivo del piano strategico provinciale, in accordo con il Tavolo istituzionale della Prefettura, è mettere in rete tutti gli operatori (forze dell’ordine, Usl, servizi sociali, associazioni di volontariato) che si occupano di violenza, formarli e fare prevenzione, soprattutto nelle scuole. Vanno in queste direzioni gli incontri in tutti i distretti socio-sanitari per presentare i contenuti del piano; i protocolli operativi già attivi nei Comuni di Modena e Carpi che indicano agli operatori procedure unitarie per gestire l’emergenza e il post emergenza; la creazione negli stessi Comuni di un gruppo di studio per ricercare degli indicatori di rischio e costruire un modello di valutazione degli “eventi sentinella” di possibili comportamenti violenti in modo da intervenire per tempo. Tutte le realtà territoriali si sono impegnate per attuare le reti distrettuali contro la violenza alle donne e hanno realizzato momenti di formazione sia per gli operatori che nelle scuole. Infine, il progetto“Una rete regionale a supporto dell’inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza”, sostenuto dalla Provincia, e partito ai primi di ottobre, coinvolgerà circa quaranta donne seguite dal Centro antiviolenza di Modena.

Per le immigrate corsi di italiano e microcredito
Approvato a fine maggio 2008, il Piano strategico provinciale per l’integrazione delle donne immigrate rappresenta, come ha ricordato l’assessore provinciale alle Pari opportunità Palma Costi, presentando al Consiglio il primo report dell’attività svolta in questi mesi, «non un progetto aggiuntivo ma uno strumento per integrare politiche e servizi già in essere sul territorio che vengono sviluppate e mirate in modo più preciso per favorire l’accesso delle donne straniere alla scuola, alla formazione e al lavoro, elementi primari di integrazione».
Tra i risultati già raggiunti si segnalano i corsi di alfabetizzazione organizzati dalla Provincia per gli adulti, ai quali nei primi mesi del 2008 hanno partecipato 119 stranieri di cui 86 donne, e per gli studenti, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che ha coinvolto 17 scuole superiori e 2300 studenti. Su tutto il territorio provinciale sono inoltre attivi corsi di lingua italiana proposti da associazioni di volontariato come il Centro italiano femminile che sostiene la frequenza fornendo alle partecipanti un servizio di scuola materna durante le lezioni.
Da gennaio a ottobre 2008, nell’ambito del sostegno all’imprenditorialità, 25 donne straniere si sono rivolte allo sportello Tre del servizio Artigianato e Commercio, e sei hanno partecipato alla nuova edizione di Intraprendere donna. Sempre per sostenere le imprenditrici, anche straniere, è stata attivata una convenzione per agevolare l’accesso al piccolo credito (da 5 mila a 30 mila euro). A Carpi, Novi e Soliera è inoltre in essere il progetto “Avere credito” per la concessione di un prestito a soggetti cosiddetti “non bancabili”. Il prestito, un massimo di 4 mila euro da restituire in 48 rate mensili per esigenze abitative, di formazione, di mobilità, autoimpiego, tutela dei diritti e della salute, da giugno 2007 a giugno 2008 è stato richiesto da 78 persone e, a oggi, ha registrato un solo caso di morosità.
Il servizio di intermediazione per le assistenti familiari attivato dalla Provincia di Modena ha registrato da febbraio a settembre 2008 l’interessamento di 243 famiglie, 200 delle quali si sono poi avvalse del servizio, mentre sono 1200 le iscrizioni delle badanti al servizio, 608 delle quali occupate. Altri Comuni hanno attivato forme analoghe di intermediazione.

Consigliere di Parità e Commissione Pari Opportunità
Nel 2007, in provincia di Modena, 365 lavoratrici-madri si sono dimesse dal posto di lavoro. Nel primo semestre del 2008 le dimissioni sono state 184, provenienti per circa la metà dei casi da piccole imprese. Il dato, «preoccupante perché i casi di discriminazione per maternità sono in aumento», è stato reso noto dalle Consigliere di parità della Provincia di Modena Isa Ferraguti e Mirella Guicciardi durante l’illustrazione al Consiglio del rapporto delle attività del 2007. Sono state 83 le persone (78 donne e 5 uomini) che si sono rivolte alle Consigliere di parità per chiedere informazioni su diritti e opportunità sul lavoro (36 richieste) o denunciare situazioni di discriminazione sul luogo di lavoro come rifiuto del part-time, minacce di licenziamento per maternità e demansionamenti al rientro del congedo per maternità, mobbing. In questi casi le consigliere sono intervenute per ricercare un accordo con il datore di lavoro e comunicare il caso a sindacati e Direzione provinciale del lavoro. Tra le attività delle Consigliere di parità, che partecipano a tutti gli organismi di parità territoriali, anche il concorso per le scuole “Donne e uomini: pari o dispari?” e le ricerche “Da badanti ad assistenti familiari”, pubblicata di recente, e “Le nuove identità lavorative e le situazioni di cura” e “Il fenomeno della segregazione orizzontale femminile”, in corso di pubblicazione.
Nella stessa seduta è stata presentata anche la relazione 2007-2008 della commissione provinciale Pari opportunità, presieduta da Francesca Ferrari, che ha concentrato i lavori in particolare sullo studio e l’applicazione del bilancio di genere, che entra nell’elaborazione del bilancio generale della Provincia di Modena dal 2007, e sulla preparazione della guida “In rete con le donne”, pubblicata on line sul sito della Provincia, che contiene le indicazioni di tutti i soggetti, pubblici e privati, che nei diversi ambiti possono fornire un supporto alle donne. La Commissione ha collaborato inoltre alle iniziative dell’assessorato provinciale alle Pari opportunità, partecipa al tavolo istituzionale contro la violenza della Prefettura e ha realizzato, nel corso dell’anno, diversi laboratori sulle condizioni del vivere sfociati nel convegno “La conciliazione del vivere come responsabilità sociale e pubblica”.


Il dibattito: i problemi delle donne sono di tutti
«La mia aspirazione è che non si debba più trattare in modo specifico e separato i cosiddetti problemi delle donne. Ogni tema discusso in questo Consiglio dovrebbe essere declinato anche al femminile, perché in ogni questione i problemi di uomini e donne sono molto diversi. E chiedo a tutti, ma soprattutto agli uomini, una critica costruttiva che presenti proposte alternative a quelle con cui non si concorda». Palma Costi, assessore provinciale alle Pari opportunità, ha concluso così il dibattito in Consiglio sul piano strategico contro la violenza sulle donne, su quello per l’integrazione delle donne immigrate e sui bilanci della commissione provinciale delle Pari opportunità e delle Consigliere di parità.
Caterina Liotti (Pd) ha definito «soddisfacente l’applicazione delle politiche di parità provinciali che integrano le attività dei singoli organismi senza sovrapporle». Cesare Falzoni (An-Pdl), riferendosi al Piano contro la violenza, ha sottolineato la «responsabilità politica della Sinistra che ha un atteggiamento ideologico pregiudiziale di massima tolleranza nei confronti di altre popolazione giunte da noi». Per Franca Barbieri (Pd) «manca una diffusa consapevolezza sociale nel definire queste questioni come problemi da risolvere e non come condizioni di normalità» mentre Marisa Malavasi (Forza Italia-Pdl) si è detta «delusa perché il piano glissa sulla prostituzione per strada non recependo la normativa del ministro Carfagna sulla violenza sessuale» e Tomaso Tagliani (Popolari liberali-Pdl) ha sostenuto che «il piano non sottolinea a sufficienza il problema della violenza che le donne subiscono in famiglia». Giuseppe Vaccari (Pd) ha esortato tutti gli uomini ad «assumersi il problema della violenza che non deve essere lasciato solo sulle spalle delle donne» e Luca Caselli (An-Pdl), partendo dal presupposto che le vittime del mobbing sono prevalentemente donne, ha sostenuto che «gli enti che partecipano a questi programmi dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio». Giorgio Barbieri (Lega nord) ha affermato che «se è vero che si sta diffondendo il bullismo maschilista è anche vero che ci sono ragazzine che vendono il proprio corpo in cambio di una ricarica al cellulare».