È ora che lavoratori, sindacati e istituzioni lancino alle imprese del distretto ceramico, a partire dalla nuova vertenza Emilceramica, un segnale forte e chiaro: di fronte alla crisi “licenziamenti zero”! Va respinto al mittente lo schema egoistico della immediata chiusura degli impianti, con annessi licenziamenti di massa, facendo carta straccia di ogni trattativa sindacale. Hanno fatto bene i sindacati a denunciare l’azienda per comportamento anitisindacale.

Si, perchè la mossa a sorpresa della Emilceramica sembra tanto simile allo schema “inventato” dalla Ceramica Iris, fatto di annunciate chiusure per poi sperare di rendere più dolce la pillola dei licenziamenti.
Il mondo delle istituzioni e del lavoro devono respingere simili ricatti e dire chiaramente che nessun lavoratore può essere licenziato, perchè se c’è la crisi di certo non ne hanno responsabilità i lavoratori ed è ora che la crisi la paghino i padroni. E se occorre reperire risorse per sostenere i lavoratori e le loro famiglie i soldi vanno presi li dove sono, ovvero in quel sistema delle imprese che in questi anni si è arricchito grazie alla assenza di adeguate politiche di redistribuzione delle risorse, con continui interventi di riduzione salariale e precarietà del lavoro.
Di fronte ad atteggiamenti talmente spudorati ci domandiamo dove sia finita la tanto decantata responsabilità sociale delle imprese spesso tirata in ballo, a sproposito, per richiedere poi agevolazioni fiscali e urbanistiche.
Quali soluzioni di fronte ad una situazione di tale emergenza che coinvolge imprese e lavoratori?
Ribadiamo la necessità di intervenire contemporaneamente su due fronti per perseguire l’obiettivo che nessun lavoratore deve essere licenziato a causa della crisi.
Da un lato ai lavoratori e alle imprese proponiamo il principio della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario fino al riassorbimento di tutto l’eventuale organico in eccesso, anche attraverso l’applicazione di contratti di solidarietà in cui l’azienda dovrebbe provvedere a pagare l’integrazione salariale necessaria per tutelare al 100% gli stipendi dei lavoratori. Tutela dell’occupazione che deve essere necessariamente accompagnata dalla presentazione di piani industriali adeguati alla nuova fase che non tocchino i livelli occupazionali.
Dall’altro chiediamo alle istituzioni di fare ogni sforzo affinché nelle politiche di bilancio dei Comuni la priorità sia data alla messa in campo tutti gli strumenti possibili di sostegno al reddito delle famiglie, coinvolgendo in questo soprattutto le banche perchè sospendano gratuitamente le rate dei mutui e istituiscano fondi di garanzia per gli affitti.
Non possono essere i lavoratori a pagare una crisi di cui non hanno responsabilità e non possono essere gettate nella povertà migliaia di famiglie.
Dalla crisi si esce assieme, respingendo le scorciatoie egoistiche annunciate in queste settimane dalle imprese che hanno tanto il sapore di una filosofia del “prendi i soldi e scappa”.

(Stefano Lugli – Segretario Federazione PRC Modena
Daniele Prampolini – Responsabile lavoro Federazione PRC Modena)