Il presidente della associazione Europa dei diritti Tiziano Motti, candidato come indipendente nelle liste dell’UDC al Parlamento europeo ha tenuto in mattinata una conferenza stampa a Modena, per presentarsi ai mezzi di informazione locali.

Motti è nato a Reggio Emilia e insieme alla moglie Stefania Bigliardi ha fondato un gruppo editoriale che partito dal nulla è divenuto leader nel settore delle guide locali ai servizi, dando lavoro a 200 persone tra dipendenti diretti e forza vendita e organizzando una rete di impegno civile sulla difesa dei diritti chiamata “Europa dei diritti” che conta su 100.000 iscritti. Tra di essi personalità come i Senatori Antonio Tomassini e Umberto Veronesi, l’imprenditrice Diana Bracco e diversi altri. Motti è parte di quella nuova classe dirigente di liberi e forti che si candida a governare l’Italia nel partito della nazione che verrà. Il suo impegno democratico gli è valsa l’offerta di una candidatura per il Parlamento europeo nel collegio Nordest come indipendente da parte del segretario dell’UDC Lorenzo Cesa.

Motti ha spiegato l’iniziativa giudiziaria con la quale si è difeso da quanto pubblicato sul sito del PD di Modena, che ha definito la campagna del candidato “abusiva e illegittima”.
Si tratta di un caso di scuola di diffamazione a mezzo stampa, poiché il sito in questione ha denigrato l’immagine di Tiziano Motti, senza che a sul caso esista alcun giudicato. La vicenda riguarda le Guide del Cittadino, prodotte dalla società editoriale Gruppo Guide Italia di proprietà di Motti e della moglie Stefania. Tali guide, editate in forma di iniziativa privata in 500 Comuni d’Italia per circa 4,5 milioni di copie, senza alcun contributo pubblico o para pubblico, recavano in alcune loro edizioni l’immagine elettorale di Tiziano Motti, ormai nota in tutta Italia. Questo ha scatenato una aggressiva reazione da parte del Partito Democratico, che ha accusato Motti, attraverso il proprio gruppo parlamentare al Senato, di usare in maniera abusiva e illegittima un prodotto editoriale di sua esclusiva proprietà. La cosa è stata pubblicata con enfasi sul sito del partito a Modena.

«Sono convinto che l’interrogazione che i senatori del PD hanno rivolto al ministro dell’Interno Maroni si concluderà con una bolla di sapone, ha spigato, e con la archiviazione poiché io non ho fatto altro che utilizzare un mezzo prodotto dalla mia azienda per la mia campagna. Trovo grave invece che il sito del Partito Democratico abbia definito questa propaganda ‘abusiva e illegittima’, dando ai lettori la cosa come certa, senza che su di essa vi sia stato nei miei riguardi alcun provvedimento. E’ una leggerezza grave. Un partito organizzato e democratico come il PD ha diffamato a mezzo di uno tra gli strumenti più potenti, il web, la mia credibilità di cittadino. La querela per diffamazione è stata presentata alla Procura della Repubblica di Modena contro ignoti. Mi spiace perché magari sarà chiamato a rispondere qualche giovane operatore del web, che magari ha semplicemente inserito un documento passato da altri. Nel caso in cui la magistratura dovesse accertare l’esistenza del reato di diffamazione, chiederò la liquidazione del danno in sede civile. Peccato esordire così a Modena in veste di candidato, città che amo e che mi ha dato tante soddisfazioni sul lavoro.
Condivido poi che i candidati UDC di Modena Torrini e Vicenzi non abbiano partecipato a questo incontro, poiché totalmente estranei al contenzioso tra me e il PD. Rimane comunque forte il mio messaggio verso i giovani e le donne, che sono gli interlocutori sui quali ho puntato in questa mia campagna. Incontri che hanno riscosso interesse in tutta Italia per la novità dei temi e delle proposte sulla qualità dei luoghi di lavoro, la difesa della maternità, benessere, luce e sicurezza nei posti di lavoro, che restano i luoghi più importanti dove realizzare la democrazia e la ricchezza di una nazione».