Vincere_Marco Bellocchio_04_ridE’ uno dei registi più anticonformisti della scena italiana. Nella sua carriera ha raccontato il Sessantotto, gli anni di piombo, le ipocrisie della borghesia, la violenza sulle donne e quella sui malati rinchiusi nei manicomi. Con il suo ultimo film ha volto lo sguardo alle origini del ventennio fascista e all’amore tragico tra il giovane Mussolini e la sua prima moglie, Ida Dalser. Mercoledì 1 luglio alle ore 21.45, per la rassegna “Accadde domani”, il regista Marco Bellocchio sarà ospite dell’Arena Puccini di Bologna (via Sebastiano Serio 25/2) per presentare il suo ultimo film Vincere.

Quello di Marco Bellocchio è un cinema coraggioso e di impegno fin dalle origini. Basti pensare al film d’esordio I pugni in tasca del 1965, in cui il regista, allora ventiseienne, racconta la frustrazione di un giovane oppresso dall’educazione borghese che arriverà a uccidere i genitori. La contestazione è il tema anche dei successivi La Cina è vicina del 1967 (che vince il Premio speciale della giuria al Festival di Venezia) e Il popolo calabrese ha rialzato la testa (Paola) del 1969.

In una produzione che conta più di trenta tra cortometraggi, documentari, film per il cinema e per la tv, negli anni Bellocchio denuncerà l’intreccio malato tra politica e giornalismo (con Sbatti il mostro in prima pagina del 1972, sceneggiato da Goffredo Fofi e interpretato da Gian Maria Volontè), il dramma dei manicomi (il bellissimo Matti da slegare del 1974), lo stupro (La condanna, vincitore nel 1991 dell’Orso d’argento a Berlino), la crisi della laicità (L’ora di religione, con cui nel 2002 si aggiudica il Nastro d’Argento) e la follia delle Brigate rosse (Buongiorno, notte, con cui nel 2003 rievoca il rapimento di Aldo Moro adottando il punto di vista di una terrorista).

Unico film italiano in concorso all’ultimo Festival di Cannes, Vincere racconta la drammatica esistenza di Ida Dalser, la prima moglie di Benito Mussolini, donna prima amata, poi sfruttata e rifiutata.

All’inizio del secolo, il giovane socialista Benito Mussolini (interpretato da Filippo Timi) incontra una donna passionale come lui, Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno). Lei lo seguirà nella sua azione politica, assecondandone i cambiamenti di rotta e privandosi di tutto per consentirgli di fondare il giornale “Il Popolo d’Italia”. Gli darà anche un figlio, Benito Albino, ma presto scoprirà che il suo matrimonio, avvenuto in chiesa, ha molto meno valore di quello che Mussolini ha contratto civilmente con Rachele Guidi (Michela Cescon). Abbandonata da Mussolini, Ida sarà rinchiusa insieme al figlio in un ospedale psichiatrico, dove moriranno dimenticati da tutti.

Lo spettacolo ha inizio alle 21.45 (apertura cassa ore 21.00). Il prezzo del biglietto è di 5,50 euro intero e 4 euro ridotto (over 60, studenti universitari, Agis, tessera Ficc Lumière, Coop, Dlf, dipendenti comunali e clienti Banca popolare dell’Emilia-Romagna). Con la Puccini Card un omaggio ogni 4 ingressi.

All’Arena si può accedere dall’ingresso di via Sebastiano Serlio o dal parcheggio di via Stalingrado.

Sono presenti un servizio bar interno e un nuovo punto di ristoro, la Trattoria Ravintola, aperta a pranzo e tutte le sere dalle ore 20 alle 1.30.

Per informazioni: Tel. 333 8793477 e 340 4854509 (dalle ore 20.30)