cgilLa decisione della Regione Emilia Romagna di promuovere con la Legge Finanziaria 2010 il superamento di ogni discriminazione nell’accesso ai servizi regionali rappresenta una scelta di giustizia e di civiltà. Già da anni le normative sulla casa prevedevano l’esercizio di tale diritto con buoni risultati quanto a equità e riconoscimento delle condizioni di fatto delle nostre famiglie più bisognose.

L’attuale estensione agli altri servizi regionali è un atto di giustizia e di realismo, perchè riconosce i cambiamenti intervenuti nella realtà regionale e, fuori da discussioni astratte ed ideologiche, estende l’esercizio di diritti elementari di civiltà a cittadini oggi oggetto di inaccettabili discriminazioni. Auspichiamo iniziative analoghe da parte dei Comuni per le prestazioni di propria competenza.

Le famiglie della nostra regione stanno vivendo un periodo particolarmente difficile, dovuto in particolare agli effetti devastanti della crisi economica e al progressivo impoverimento dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.

Non è tempo di contrapporre l’ideologia della famiglia tradizionale alle condizioni delle famiglie reali della nostra regione. Bisogna aiutarle tutte, con equità ed equilibrio, estendendo i diritti e cercando di recuperare, per quanto possibile, i tagli inferti, in questo giorni, dal Governo nazionale proprio alle politiche sociali di sostegno alle famiglie.

Il fondo sociale destinato per il prossimo anno ai minori e alle famiglie è stato infatti tagliato dal Governo di quasi il 60%. Si tratta di una condizione insostenibile per la comunità regionale.

Chiediamo alla Regione e alle Autonomie locali di dare continuità alla strategia di promozione dei diritti dei più deboli e al sostegno di chi è più colpito dalla crisi in questi mesi, anche con i dovuti investimenti in occasione del prossimi bilanci regionale e comunali.