Anche il mercato dell’auto europeo come quello italiano, ha chiuso il 2009 molto meglio di come lo aveva cominciato. Nei 18 Paesi dell’Europa Occidentale le immatricolazioni avevano subito un calo del 26,5% in gennaio e del 17,3% in febbraio e quindi cali via via più contenuti fino a una progressiva ripresa di mese in mese sempre più forte. Il consuntivo dell’intero 2009 chiude a quota 13.632.918 immatricolazioni (+ 0,5% sul 2008).

L’analisi del centro Studi Promotor di Bologna rileva poi che di segno decisamente opposto e’ stato invece il risultato dei Paesi nuovi membri della UE che, complessivamente considerati, hanno fatto registrare nel 2009 una contrazione delle immatricolazioni del 26,6%.

“E’ del tutto evidente – osserva Promotor – che l’andamento che ha caratterizzato il mercato dell’Europa Occidentale è stato determinato dagli incentivi alla rottamazione e all’acquisto di auto ecologiche adottati da molti Governi compresi quelli dei cinque maggiori mercati: Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna. L’impatto degli incentivi risulta chiaramente analizzando l’andamento dei singoli mercati in relazione ai tempi di adozione delle politiche di incentivazione. In Germania e in Francia, dove il problema è stato affrontato molto tempestivamente, si sono registrati cali decisamente contenuti nei primi mesi dell’anno e la ripresa si è delineata già dalla primavera. In Italia, dove gli incentivi sono stati adottati in febbraio, gli effetti positivi hanno cominciato ad avvertirsi nel secondo semestre e nel Regno Unito e in Spagna, dove incentivi significativi sono stati adottati soltanto il 18 maggio, il recupero si è delineato negli ultimi mesi dell’anno. Anche i consuntivi dei singoli Paesi sono legati alla precocità e al peso degli incentivi adottati. Il mercato tedesco chiude così il 2009 con una crescita sull’anno precedente del 23,2%. Quello francese fa registrare un incremento del 10,7%.

Il mercato dell’auto italiano, per effetto di un intervento non del tutto tempestivo, riesce a chiudere soltanto in sostanziale pareggio e i mercati di Spagna e Regno Unito chiudono il 2009 con perdite rispettivamente del 17,9% e del 6,4%, perdite, queste ultime, che sono comunque molto minori di quelle registrate nella prima parte del 2009. L’impatto degli incentivi è molto chiaro anche analizzando la graduatoria delle vendite per marche. Le crescite più rilevanti riguardano infatti i gruppi che hanno nella loro gamma un numero significativo di modelli che hanno beneficiato degli incentivi. Nell?intero 2009 il gruppo che consegue il più forte incremento sul 2008 è Fiat (+6,3%), seguito da Renault (+3,9%), da Ford (+2%) e da Volkswagen (+0,7%).

Anche se l’effetto degli incentivi sulle immatricolazioni è, come si è visto, particolarmente evidente, non si può escludere che nella seconda parte del 2009 un certo sostegno alla domanda sia venuto dal miglioramento del quadro congiunturale e soprattutto da sostanziali recuperi del clima di fiducia di consumatori e imprese. Data la persistente delicatezza della situazione economica, non si può tuttavia ritenere che nel 2010 il miglioramento della congiuntura, ammesso che effettivamente continui, sia sufficientemente forte da imprimere un impulso alla domanda di automobili tale da evitare nuove cadute delle immatricolazioni. Il mercato europeo dell’auto ha dunque ancora bisogno di incentivi, come emerge anche dal fatto che il mercato tedesco, in cui gli incentivi sono finiti all’inizio di settembre, in dicembre accusa il primo calo.

Alcuni Paesi hanno già provveduto a rinnovare i bonus per il 2010. Altri si accingono a farlo e tra questi l’Italia. Il nostro Governo si è da tempo impegnato a rinnovare il sostegno alla domanda di auto. Gli incentivi 2009 sono tuttavia scaduti il 31 dicembre e ad oggi non è chiaro quando si provvederà al rinnovo. Si è determinata così una situazione di blocco nell’acquisizione di ordini in quanto al momento nessuno acquista autovetture per le quali non sono più in vigore gli incentivi 2009, ma che potrebbero beneficiare degli incentivi 2010 a partire dalla data in cui verranno adottati. Si è quindi determinata una situazione di stallo della domanda da cui è necessario uscire al più presto per evitare ulteriori anomalie al mercato.