Ancora una volta la polizia penitenziaria ha salvato una persona che ha tentato di togliersi la vita. E’ accaduto ieri, verso le ore 20, all’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia dove, un internato appena giunto in istituto per un periodo di osservazione di 40 giorni, dopo aver più volte tentato di aggredire il personale di polizia penitenziaria, si è impiccato appendendosi con le lenzuola al mobile della cella.

Solo il pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria che lo hanno immediatamente soccorso e portato in ospedale, dove si trova tuttora in osservazione, ha evitato che l’internato morisse soffocato.

Tale ultimo episodio pone ancora una volta all’attenzione la necessità, già prospettata alcuni mesi addietro dal SAPPE, di unificare le due strutture di Reggio Emilia, casa circondariale e Ospedale Psichiatrico, al fine di avere una più razionale gestione amministrativa ma, soprattutto, di ripensare l’intera gestione degli stessi Ospedali Psichiatrici.

A tal proposito, abbiamo appreso, di recente, che l’Amministrazione penitenziaria sta lavorando per la definizione di una convenzione con la regione Emilia Romagna, affinché la degenza, le cure, l’assistenza ed ogni altro onere relativo agli internati, siano affidati alle Aziende Sanitarie Locali. La polizia penitenziaria si occuperebbe esclusivamente della vigilanza esterna. Tale impegno è stato assunto in sede di conferenza unificata e dovrebbe portare, nel breve periodo, alla de-carcerizzazione degli internati e, nel medio-lungo periodo, al definito superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

(Dott. Giovanni Battista Durante, Segretario generale aggiunto SAPPE – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria)