E’ positivo il giudizio di Confesercenti Modena rispetto alla costituzione di un osservatorio per aumentare ed affinare la capacità di contrasto nei confronti della criminalità organizzata. La nascita di un soggetto che coinvolge la magistratura, le forze dell’ordine e le associazioni del mondo economico va infatti a rafforzare ulteriormente gli strumenti per reagire e respingere un’aggressione i cui segnali sono numerosi.  Così Tamara Bertoni, Direttore generale di Confesercenti Modena.

Ancora oggi, nonostante gli importanti colpi inferti dalla magistratura alla criminalità organizzata, rimane incompiuta la capacità di leggere quanto stia accadendo in provincia di Modena e nelle zone limitrofe. La denuncia di Enzo Ciconte, uno massimi esperti italiani di penetrazione della criminalità organizzata, evidenzia che le mafie hanno oramai da tempo adottato strategie meno clamorose. In maniera sotterranea, le attività si sono progressivamente allargate, ad ambiti considerati sino ad oggi meno tradizionali. All’edilizia, pur rimanendo il settore ad oggi più a rischio, si sono aggiunte le estorsioni, in preoccupante crescita, il gioco d’azzardo ed ora con maggiore frequenza si fa riferimento a bancarotte fraudolente pilotate, all’acquisto di bar, ristoranti, locali notturni, tramite l’utilizzo di prestanome.

Le infiltrazioni quindi si allargano e anche le modalità sono cambiate. Oggi assistiamo a un salto di qualità dell’attività delle mafie: si sono notevolmente trasformate e sono più difficili da riconoscere. Nel rapporto SOS Impresa, prodotto da Confesercenti nazionale, ripetutamente, si fa riferimento a “Il picciotto con la partita Iva” per sottolineare come la malavita organizzata sappia modificare le modalità di aggressione del tessuto sano della società, adattando i propri comportamenti al contesto in cui intende agire. Non solo persegue attività dichiaratamente illecite, quali ad esempio il narcotraffico, ma riesce a plasmare ai diversi contesti territoriali le proprie forme di contaminazione del tessuto economico sociale. Ora impossessandosi direttamente della titolarità dell’impresa, ora avvalendosi di prestanome, in altri casi agendo in compartecipazione con imprenditori e professionisti collusi, alla stregua di un imprenditore occulto. Un modo sempre più subdolo, camaleontico, che rende ancora più complessa l’individuazione del confine netto tra ciò che è legale e ciò che non lo è.

Questo scenario diventa ancora più preoccupante a causa della prolungata crisi che ormai da quasi due anni sta investendo la nostra economia rendendo oggettivamente più vulnerabile il nostro tessuto produttivo, esponendolo a nuovi intrecci e o ricatti che possono aprire varchi a un’ulteriore escalation della criminalità organizzata. Ricordiamo ad esempio – continua il Direttore generale di Confesercenti Modena – le difficoltà di accesso al credito che spesso diventa vero e proprio motivo di strozzatura, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza delle imprese.

Modena ha rappresentato una realtà ricca e quindi appetibile per le organizzazioni criminali. Ora è una realtà anch’essa investita dalla crisi, con punte alte di criticità, e presenta un tessuto economico che è interessato da una profonda trasformazione. Si tratta di mutamenti che possono proporre nuove forma di vulnerabilità rispetto all’infiltrazione della criminalità organizzata. È quindi necessario elevare la soglia di attenzione e dotarci dei mezzi e degli strumenti per leggere e aggredire le nuove articolazioni attraverso le quali si propone il volto della mafia.

La costituzione di un Osservatorio in prefettura con il coinvolgimento di magistratura, forze dell’ordine e associazioni del mondo produttivo e del commercio, scelta che peraltro si aggiunge alla recente nascita in procura del pool guidato da Lucia Musti, è un ulteriore segnale positivo e concreto della volontà di reagire in modo deciso, che sosteniamo con convinzione. Così come è positivo il parere sull’accordo tra le Camere di Commercio di Modena, Reggio Emilia, Caltanisetta e Crotone, attraverso il quale, tra l’altro si cerca di favorire la circolazione di informazioni utile rispetto a società che potrebbero risultare sospette.

Confesercenti conclude evidenziando – aggiunge Tamara Bertoni –  che in questo contesto di particolare esposizione l’intero sistema associativo debba giocare fino in fondo la sua parte a difesa della legalità, sostenendo i valori dell’etica nell’economia, cogliendo segnali che possono essere indicatori di tentativi di inquinamento del sistema economico, promuovendo iniziative a sostegno della cultura della legalità tra gli associati e individuando ogni punto di debolezza emergente nella nostra economia che potrebbe rappresentare terreno di espansione della criminalità organizzata.