“Cosa vuol dire celebrare la Festa del 2 Giugno, la Festa della nascita della Repubblica? Vuol dire rendere sempre viva e vissuta ogni giorno la nostra Costituzione. Nel referendum del 2 giugno 1946, su monarchia o Repubblica, gli italiani scelsero la Repubblica… A Reggio la scelta fu massiccia e netta: quattro votanti su cinque vollero la Repubblica, come potete leggere inciso nella lapide di marmo all’ingresso del Municipio. Fu un grande spartiacque nella storia del nostro Paese, da qui iniziò la grande e bella avventura della nostra democrazia; fu una scelta che veniva dalla guerra di Liberazione e che la Costituzione del 1948 ha definito nei suoi principi fondamentali. Repubblica e Costituzione sono dunque una cosa sola. Uguaglianza, fratellanza, libertà e lavoro sono le basi della nostra Costituzione e della Repubblica. Sono gli stessi valori all’origine dell’Europa unita, pacifica e democratica, come la pensarono e la vollero Adenauer, Schuman, De Gasperi e Monnet. Possiamo dire allora che la Festa della Repubblica è per noi anche una festa europea”.
Lo ha detto oggi il sindaco Graziano Delrio agli studenti di terza delle scuole medie reggiane, a cui è stata consegnata una copia della Costituzione, in occasione del 64° anniversario della nascita della Repubblica italiana. L’incontro è avvenuto in Sala del Tricolore, “luogo di grande significato, che ha visto nascere nel 1797 la prima Repubblica in Italia, quella Cispadana, segno che i valori della democrazia e della liberà sono profondamente radicati in noi”, ha sottolineato Delrio.
All’incontro hanno preso parte il prefetto Antonella De Miro, l’ispettore scolastico Luciano Rondinini, l’assessore comunale all’Educazione Iuna Sassi, il presidente di Istoreco, Mirco Carrattieri e il presidente dell’associazione Comitato Primo Tricolore, Otello Montanari.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, si legge nel primo articolo della Costituzione – ha proseguito il sindaco Delrio – Questo ci dice che la Repubblica si fonda su uguaglianza, base della democrazia, e lavoro. Nel dopoguerra, la provincia di Reggio era tra le più povere d’Italia. Oggi non è certo più così. La tenacia dei nostri nonni e dei nostri padri ha ricostruito la nostra comunità, con il lavoro, inteso come progresso pacifico della comunità, come unico strumento giusto e leale di progresso, di avanzamento dei singoli e della collettività. Domani spetterà a voi ragazzi contribuire, posando il vostro mattone, facendo la vostra parte, alla costruzione della democrazia e alla affermazione quotidiana della democrazia e dei valori del lavoro”.
Delrio ha concluso ricordando che nel referendum del ’46 si attuò per la prima volta il suffragio universale in Italia: il diritto di voto fu esteso alle donne. “Perciò vogliamo ricordare, in quest’aula che la vide consigliera comunale all’inizio della sua vita politica, una nostra concittadina, una grande donna della Repubblica e della democrazia europea, Nilde Jotti: fu membro della Commissione e dell’Assemblea costituente, con vari altri reggiani fra cui Meuccio Ruini e Giuseppe Dossetti; fu presidente della Camera dei deputati per 13 anni, prima donna a ricoprire questo ruolo e parlamentare europeo oltre che vicepresidente del Consiglio d’Europa. Una donna della Repubblica, della Costituzione, della democrazia e dell’Europa unita. Pensando anche a lei, ringrazio i voi ragazzi e i vostri insegnanti per il lavoro che fanno, al fine di tenervi vicini alla nostra Costituzione”.
Il prefetto De Miro ha ricordato che “la Costituzione, la sua lettura e conoscenza, crea cittadini critici e consapevoli; ciò deve avvenire soprattutto in questa provincia che ha dato i natali a vari deputati costituenti e in particolare a tre costituenti membri di quella Commissione che si occupò della stesura del testo della nostra Carta costituzionale”.
“La Costituzione – ha aggiunto il prefetto – ha al centro la persona e la sua libertà. Vi sono ‘libertà di’: ad esempio, di espressione, di accesso al lavoro… E vi sono ‘libertà da’: dalla malattia, quindi il diritto alla salute; dalla disoccupazione, quindi le pari opportunità di accedere al lavoro… Tutto questo deve consentire il pieno svolgimento della personalità. Non è automatico. Piero Calamandrei diceva che la Costituzione in sé è un pezzo di carta e non si muove da sola. Va mossa! Va vissuta e testimoniata, va attuata. Da qui la responsabilità di apprenderne i contenuti, per poterli attuare ed essere veramente cittadini propositivi per la crescita del Paese”.
Carrattieri ha fra l’altro ricordato che “la Costituzione fu il frutto di idee molto diverse, portate dai 556 membri dell’Assemblea costituente. Nonostante queste diversità, il risultato è stata una Carta unitaria, pienamente condivisa: il frutto non di un compromesso, ma di una transazione che potremmo definire ‘al rialzo’, su valori alti, comuni e condivisi, che sono fondamento di ogni condizione giuridica del nostro Paese”.
Le classi che, con i loro insegnanti, hanno ricevuto la Costituzione della Repubblica italiana in Sala del Tricolore sono: terza E della scuola media Fermi; terza F e terza H della Manzoni; terza B della Da Vinci; terza C della Einstein; terza A della Aosta.