Hanno fatto uno sciopero di un’ora stamattina con presidio (foto) e proclamato un pacchetto di altre 16 ore da effettuare nei prossimi giorni, i lavoratori delle Officine Trevisi Srl di Cavezzo per protestare contro l’incertezza sul futuro dell’azienda e dei loro posti di lavoro.

Le Officine Trevisi – azienda metalmeccanica con circa 30 addetti che produce prefabbricati in ferro civili ed industriali, compresi impianti per il recupero energetico – versa già da tempo in una situazione di crisi dovuta alla forte esposizione economica e finanziaria. Ciò ha comportato prima la messa in liquidazione e da maggio 2010 l’ammissione al concordato preventivo da parte del Tribunale di Modena.

I lavoratori, pur essendo in arretrato di parte delle retribuzioni, hanno sinora garantito la continuità della produzione affinché tutte le commesse in essere siano portate a termine nei tempi dovuti.

Lunedì scorso è stata data recapitata ad Rsu e Fiom la comunicazione relativa all’intenzione di affittare un ramo di azienda, senza però dare alcuna garanzia sul piano rispetto degli assetti occupazionali e sulla continuità produttiva.

Il prossimo 28 giugno è previsto un primo confronto con Rsu e Fiom per l’esame congiunto dell’affitto di ramo azienda con la proprietà Trevisi e con la nuova proprietà subentrante nell’affitto, la OT Srl di Mirandola. Fiom e Rsu si aspettano il massimo delle garanzie sul mantenimento della piena occupazione e sul mantenimento al proprio interno di tutte le attuali fasi di lavorazione.

Fiom, Rsu e lavoratori contrasteranno con fermezza ogni scelta unilaterale dell’azienda volta a ridimensionare le produzioni. Denunciano inoltre – si legge nel comunicato – i tentativi di pressione esercitati all’interno del luogo di lavoro verso i singoli lavoratori per farli desistere da ogni azione di lotta a fronte di generiche rassicurazioni sul loro futuro.

Fiom e Rsu auspicano maggiore trasparenza e correttezza nelle relazioni industriali, e che gli impegni presi in sede di trattativa trovino concreta rispondenza nei fatti.

(Fiom/Cgil Mirandola)