Con interesse abbiamo letto il pensiero del Partito Democratico sul sistema sanitario modenese, espresso dal massimo responsabile politico, pubblicato sulla testata on-line Sassuolo 2000. Ci piace quando mette il cittadino al centro del sistema sanitario, non facendosi condizionare dalle decisioni prese nelle “segrete stanze” frequentate da potenti “lobby di potere”.

Si riconosce, esplicitamente, quanto da noi, sempre, detto e dimostrato, ed anche questa è una buona cosa. Ovviamente aspettiamo di essere invitati, innanzitutto, a livello di coalizione di governo locale per costituire il “nucleo“ della squadra ed aprire, non solo il confronto sui massimi sistemi, ma sui percorsi programmatici, semplici ma condivisi, da trasmettere ai tecnici.

Diffidiamo da percorsi, nominativamente, democratici, dando pur atto della buona volontà politica dei due Presidenti della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria.

Abbiamo contezza che le “ lobby” sopraccitate sono fortemente attive, ma anche attrezzate alla guerriglia tra “ bande“ e chiari segnali, stanno emergendo, dovrebbero essere a conoscenza di chi “ timona“ politicamente il sistema. Nel caso di specie anche i ben pagati sedicenti tecnici che agiscono in “nome e per conto“.

Bella cosa l’organizzazione a “rete“ degli stabilimenti ospedalieri, ma abbiamo preso atto che la “rete” è a maglie strette con traduzione pratica organizzativa e gestionale “modena-centrica”, anche “normale“ se non fosse, principalmente, basata sul pozzo, senza fondo, “ Baggiovara“ e con un mai nascosto complesso di superiorità.

Basterebbe guardare la moltiplicazione delle Unità Operative, come il miracolo dei pani e dei pesci, prive di senso, duplicate o triplicate.

Vediamo giusta e coerente la costituzione di una azienda sanitaria unica modenese in stretta sinergia con l’Università.

Ci piacerebbe, ad esempio, che in accordo con l’Università, si potessero istituire, Unità Operative utili, per la città e per la medicina, ad esempio a Sassuolo o in altre realtà, povere, ospedaliere.

E’ vero che i tagli operati dal Governo al sistema sanitario preoccupano, in principale modo la nostra Regione, con il pericolo, sempre in agguato, della privatizzazione selvaggia.

Le privatizzazioni, non ci spaventano certamente, atteso che non valutiamo la cosa dal punta di vista ideologico, ma nel settore sanitario un chiaro indirizzo programmatico è la condizione principale per servizi, al servizio dei cittadini.

Vorremmo misurarci nel merito del riequilibrio degli stabilimenti ospedalieri presenti nella Provincia di Modena, compresi quelli privati, cominciando dalle risorse, non sempre sufficienti; dalla crescente insoddisfazione dei cittadini utenti per servizi scadenti, non per responsabilità degli operatori, sia per il super-lavoro, a loro richiesto, per la sempre crescente domanda, ma anche per la dotazione di attrezzature obsolete, talvolta pericolose. Diffidiamo di quei tecnici di “area“ che giustificano e motivano scelte assurde dettate da scelte aziendali che non si possono e non si debbono mettere in discussione, anche se assunte in spregio alla programmazione sanitaria, approvata, fino a prova contraria, dagli organi rappresentativi territoriali.

Vorremmo misurarci su quella strana creatura gestionale del Nuovo Ospedale di Sassuolo, recentemente “arena“ di una guerra che ha determinato assurde “amputazioni“,con motivazioni riprese dalla logica del c/economico, dalle scelte “aziendali“ e dall’innovativo sistema a “ragnatela“, basterebbe leggere i documenti, forse sfuggiti all’attenzione dei due Presidenti della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, ma anche del Partito Democratico.

Si parla giustamente dell’anomalia delle liste di attesa, ma è stato chiesto il conto a chi giuridicamente era demandata la soluzione del problema ?

E’ stato analizzato, politicamente, da dove nasce il problema ?

Come mai si inventano specialità mediche e chirurgiche con motivazioni nel solo c/economico, con il completo silenzio della politica ?

In questo momento noi guardiamo alla priorità del c/economico del cittadino utente, costretto a far quadrare il bilancio della famiglia, costretto dal sistema sanitario a mobilità persino nei servizi di “base , a sobbarcarsi costi per visite ed esami nella sanità privata per poi vedere, prendiamo ad esempio Sassuolo, che sono state attivate specialità “raffinate“ i cui operatori non fanno guardie, non vanno in consulenza in Pronto Soccorso, con aggravio sui, oramai, pochi medici già in organico della ex struttura pubblica, dei tanti medici precari aumentati in misura esponenziale, e per ora ci fermiamo, in attesa, di cortese riscontro..

(Mario Cardone, Direzione Provinciale PSI Modena)

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