Domenica 19 settembre apre ufficialmente la caccia alla selvaggina stanziale, come lepri e fagiani, che vede impegnate circa sei mila doppiette modenesi alle quali si aggiungono quasi due mila cacciatori non residenti nel modenese. Sarà possibile esercitare la caccia nelle sue diverse discipline, fino al 31 gennaio, tutti i giorni ad esclusione del martedì e il venerdì con limitazioni a seconda del tipo di caccia e con un massimo di due capi al giorno di piccola fauna stanziale. Sempre domenica 19 apre la caccia al cinghiale in forma collettiva con i metodi della braccata e girata.

«Il calendario venatorio – sottolinea Giandomenico Tomei, assessore provinciale all’Agricoltura con delega alle Politiche faunistiche – è profondamente cambiato in questi ultimi anni perché copre ormai un arco di tempo molto più ampio rispetto al passato, al fine di rispondere, in modo più efficace, alle esigenze di gestione, tutela e controllo del territorio, a partire dall’attività di selezione del cinghiale che vede impegnanti, già dal mese di aprile, quasi due mila cacciatori abilitati. Le nostre priorità, infatti, sono la tutela dell’agricoltura dagli ungulati senza trascurare la necessità di difendere gli argini dei fiumi dalle nutrie».

In vista dell’apertura, i cacciatori modenesi stanno ritirando nei Comuni di residenza il tesserino regionale, un libretto dove ogni cacciatore deve trascrivere negli appositi spazi oltre la data, la sigla dell’Atc o Afv anche il tipo di caccia svolto quel giorno (da appostamento o vagante). Il calendario provinciale definisce anche le norme comportamentali per la salvaguardia dell’ambiente agricolo e forestale: quando e come si può entrate in un frutteto o in un campo coltivato, in una zona di rimboschimento o in un vigneto. Da mercoledì 1 settembre era scattata la fase di preapertura della caccia: cacciabili solo alcune specie di uccelli a tutela dei frutteti. Continua intanto la caccia di selezione (solo per cacciatori autorizzati) al cinghiale (in aprile) e al capriolo maschio (in giugno), partita con largo anticipo rispetto agli altri anni per contrastare la proliferazione di queste specie, e l’attività di addestramento cani.

L’identikit del cacciatore modenese

Saranno circa sei mila le doppiette modenesi impegnate nella stagione venatoria che si apre domenica 19 settembre; a queste si aggiungono quasi due mila cacciatori provenenti da province e regioni limitrofe. Un numero in calo negli anni (nel 2000 i cacciatori erano poco più di diecimila) dovuto principalmente all’età media sempre più alta: ora è di circa 59 anni, mentre solo il 5 per cento degli appassionati ha meno di 30 anni. Oltre la metà dei cacciatori ha più di 60 anni. È questo l’identikit del cacciatore modenese. Tuttavia è in corso un lento ricambio generazionale: la maggior parte dei cacciatori che si abilitano ogni anno, una cinquantina in media, è di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Per quanto riguarda i tipi di caccia praticati maggiormente spiccano la caccia alla piccola fauna stanziale con il cane da ferma e la caccia agli ungulati che, sebbene scoperta solo di recente, sta raccogliendo un numero crescente di appassionati.

I controlli della Provincia e le sanzioni

E’ sul problema delle distanze di sicurezza che in genere si concentrano le lamentele che la Polizia provinciale riceve dai cittadini durante la stagione venatoria. Nel caso di mancato rispetto delle distanze di sicurezza è prevista una sanzione amministrativa di 206 euro. A controllare il corretto svolgimento dell’attività venatoria ci sono in tutto una ventina gli agenti del Corpo di Polizia provinciale della Provincia a cui si aggiungono, soprattutto in montagna, quello del Corpo Forestale dello Stato; collaboreranno anche alcuni nuclei di Gev, Gel, guardie volontarie delle associazioni ambientaliste e venatorie e le tre guardie venatorie degli Atc. Gli agenti dovranno controllare, inoltre, il rispetto del regime di divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), in quelle parti di campagna che i Comuni hanno dedicato allo sviluppo dei piani regolatori, in cui è vietato cacciare, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati dove i sindaci hanno vietato la caccia. Nelle zone di caccia al cinghiale (in montagna e collina) i cacciatori, inoltre, hanno l’obbligo di indossare almeno un indumento ad alta visibilità sia nella caccia al cinghiale che per la caccia alla selvaggina stanziale. Sono 200 le sanzioni in materia di caccia emesse dalla Polizia provinciale nel 2009. Di queste 38 per la violazione delle distanze, 25 per violazione al calendario venatorio, 18 per non aver eseguito le annotazioni obbligatorie sul tesserino di caccia, 9 per cani vaganti in aree e periodi non consentiti, 7 per l’utilizzo di richiami non consentiti. Complessivamente i controlli sono stati 1182. Nove le informative di reato all’autorità giudiziaria di cui una per uccellagione (uso di reti), tre in materia di armi per detenzione abusiva ed omessa custodia; una per maltrattamento animali per l’uso del collare elettrico; una per caccia in Zona di ripopolamento e cattura, tre per caccia con uso di mezzi vietati (faro notturno).

Le cifre dei tre Atc modenesi

Nel modenese gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) sono tre e hanno una dimensione complessiva di quasi 160 mila ettari. I confini degli Atc dividono il territorio orizzontalmente in tre parti: l’Atc Modena l (a nord, e riguarda la bassa pianura, da Carpi a Finale Emilia), l’Atc Modena 2 (quello centrale, copre la media pianura, tutta la collina e parte della montagna ovvero da Soliera a Pavullo) e l’Atc Modena 3 che è quello più a sud, in alta montagna. Ogni Atc è governato da un Comitato direttivo, l’organo di gestione, e da una assemblea dei soci. In Emilia Romagna la suddivisione degli Atc va dai diciassette ambiti della provincia piacentina al solo Atc della provincia di Rimini. La provincia di Parma e quella di Ferrara sono suddivise in nove Atc, quella di Forlì in sei, quella di Ravenna in tre, e quelle di Bologna e di Reggio Emilia in quattro.

Il calendario venatorio provinciale è disponibile nel sito www.provincia.modena.it nella sezione Politiche faunistiche.