Nessun taglio a reparti e attività dell’Ospedale di Castelfranco. Avanti, invece, con un progetto innovativo che punti in modo deciso su integrazione con gli altri ospedali, anche per ridurre la spesa e le duplicazioni; integrazione con la sanità territoriale, per migliorare i servizi ai cittadini; sperimentazione d’importanti innovazioni sul versante dell’umanizzazione delle cure. Sono questi i quattro capisaldi attorno ai quali deve ruotare il futuro dell’Ospedale Regina Margherita e della sanità locale secondo l’amministrazione comunale di Castelfranco Emilia.

“Dopo anni in cui la mancanza di chiarezza sulle prospettive dell’ospedale ha alimentato polemiche e paure – spiega il sindaco Stefano Reggianini – si tratta ora di realizzare davvero il modello scelto dalla Regione Emilia-Romagna che vede accanto a grandi ospedali in grado di trattare tutte le patologie più complesse grazie a tecnologie d’avanguardia, una rete di ospedali di prossimità, capaci di integrare senza duplicazioni l’offerta del grande ospedale, dove non avrebbe senso – nemmeno economicamente – trattare determinate patologie minori o gestire, ad esempio, la convalescenza per i post acuti”.

Le richieste del Comune saranno portate nella Conferenza territoriale sociale e sanitaria, che costituisce la sede competente nella quale gli Enti locali governano insieme l’evoluzione della sanità, e costituiranno la base di un confronto aperto e approfondito che l’amministrazione vuole avviare con i professionisti dell’Ospedale e del Distretto, gli operatori del settore, il mondo del volontariato, le forze sociali e politiche, i cittadini.

“Per Castelfranco si apre così una fase nuova – ha proseguito Reggianini – che in base alla nostra lettura dei bisogni dei cittadini potrà crescere attorno a quattro capisaldi”. Il primo: no alla riduzione di reparti, prestazioni e attività. “Il perimetro attuale dei servizi erogati dall’Ospedale – spiega Reggianini – non deve subire tagli ulteriori. In particolare la gestione delle urgenze/emergenze, per dare garanzie reali ai cittadini, vanno centralizzate, garantendo però a Castelfranco la presenza di automedica e del necessario trasporto assistito verso il Policlinico, più vicino, e secondariamente verso Baggiovara, fatti salvi i casi che devono essere inviati per competenza immediatamente a Baggiovara”.

Punto secondo: l’integrazione dell’Ospedale nella rete, per evitare duplicazioni e realizzare risparmi che consentano di migliorare – al contempo – il livello di servizio per i cittadini. “Castelfranco – ha spiegato il sindaco – si candida a sperimentare da subito questa integrazione, anche tra l’Azienda Usl e il Policlinico di Modena”. Punto terzo: “Vogliamo costruire un’integrazione più forte tra Ospedale e territorio, anche sperimentando modalità innovative come la Casa della salute, dove trovare – oltre all’assistenza ospedaliera – anche più servizi per i pazienti in fase di convalescenza e di riabilitazione, più prestazioni per la prevenzione, la diagnostica e la specialistica ambulatoriale”.

L’Ospedale di Castelfranco si candida infine a fare da apripista per un progetto di umanizzazione delle cure. “Il nostro Ospedale – conclude il sindaco – è una parte della nostra città, c’è una permeabilità molto forte, che crea il terreno ideale per far vivere, sul campo, un’attenzione nuova ai pazienti, che devono sentirsi a casa anche quando sono in corsia. Qui abbiamo la materia prima per sperimentare nuovi percorsi lungo questa che è una delle frontiere della sanità del futuro”.